"E’ necessario dotare i sindaci di strumenti per regolamentare lo sviluppo delle città. Abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni i disastri provocati dalle liberalizzazioni indiscriminate di Bersani, che hanno penalizzato il commercio di qualità e creato concorrenza al ribasso per i commercianti virtuosi". Il sindaco di Pisa, Michele Conti saluta con soddisfazione la volontà della Regione di regolamentare il proliferare degli Airbnb nelle città capoluogo.
Ora come si inverte la rotta? "Dobbiamo poter agire anche sulle locazioni turistiche, proprio per difendere chi fa impresa come gli albergatori e gli imprenditori del settore, evitando la speculazione di chi si improvvisa in un mestiere che va fatto in modo professionale. Anche per questioni di sicurezza, come ha sottolineato il ministro Piantedosi al G7 del turismo in Toscana. Forse la legge regionale in approvazione può essere migliorata, ma qui il tema non è la proprietà privata o il libero mercato, bensì la tenuta sociale delle città, soprattutto quelle in cui convivono servizi, turismo, università".
Ha paura che il proliferare degli affitti brevi possa trasformare le città d’arte in città senz’anima? "La forza di una comunità, di una città, è data anche dalla sua capacità di attrarre in termini di cittadini residenti. Per un lungo periodo, anche a Pisa, abbiamo assistito a una sorta di ‘emorragia’ di residenti, che ha impoverito la nostra città. L’obiettivo principale pertanto è quello di tornare a essere, nei prossimi dieci anni, una città da 100 mila abitanti. Per questo occorre proseguire nel percorso che abbiamo avviato negli ultimi cinque anni, approvando strumenti urbanistici in grado di portare un numero sempre maggiore di donne e uomini a vivere a Pisa".
Con quali strumenti? "Intanto ricorrendo a quelli che favoriscono la rigenerazione di case e appartamenti per cittadini residenti, perché chi decide di scegliere la nostra città per studiare, per formare una famiglia, per far crescere i propri figli, abbia la possibilità di farlo, potendo contare su una rete solidale, sociale e sanitaria di prim’ordine".
Gabriele Masiero