Relazione finita da 15 anni: "Ma l’ex la perseguita"

Ora ha il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico

Relazione finita da 15 anni: "Ma l’ex la perseguita"

Relazione finita da 15 anni: "Ma l’ex la perseguita"

Una relazione finita, ma lui, non ha mai smesso di cercare la ex in modo ossessivo. E’ questa la ricostruzione fatta dalla polizia - squadra mobile - che ha portato a prendere misure nei confronti di un uomo per stalking.

La storia. Nel dettaglio, l’indagato, sessantunenne, dopo

l’interruzione del rapporto sentimentale risalente a 15 anni fa con la propria campagna, cinquantasettenne, non aveva mai smesso di tormentarla. E, quando nell’inverno scorso, ha scoperto che la donna aveva una nuova relazione, ha iniziato ad attuare delle "condotte fortemente oppressive".

Un crescendo di atti persecutori: l’indagato ha messo in atto delle condotte sempre più moleste nei confronti dell’ex compagna. Alcuni esempi per tutto: appostamenti sotto casa e sotto il luogo di lavoro, veri e propri pedinamenti nonché

numerosissime lettere anonime. In una occasione l’uomo è arrivato persino ad introdursi abusivamente all’interno delle pertinenze dell’abitazione della persona offesa.

In relazione a questi fatti, su richiesta della Procura della Repubblica, il giudice per le Indagini preliminari

di Pisa ha adottato, sulla base di una articolata e dettagliata indagine della squadra mobile, durata soltanto una settimana, un provvedimento di divieto di allontanamento dai luoghi frequentati dalla persona offesa,

supportato dall’installazione del cosiddetto braccialetto elettronico.

Anche se i reati di stalking - i dati sono stati diffusi proprio in occasione della festa della polizia del 10 aprile - almeno in base alle denunce presentate sono in calo. Nel 2022-23 erano 128 nel 2023-24 120.

In aumento invece le violenze sessuali. Secondo gli stessi dati: il rapporto è 47 nel primo periodo a 59 nel secondo di riferimento.

Il reato di stalking 612 bis prevede una pena da un anno a sei anni e sei mesi la pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.

La questura di Pisa fa sapere di "continuare il contrasto ai delitti contro le fasce deboli".