Rene: duemila trapianti: "Ma si può fare di più con la cultura de ldono"

Il messaggio di Ugo Boggi con la Pisa Half Marathon .

Rene: duemila trapianti: "Ma si può fare di più con la cultura de ldono"

Daniele Meucci nella scorsa edizione: parteciperà anche a quella del 2024 (. foto di Enrico Mattia Del Punta per Valtriani

di Gabriele Masiero

Circa 2 mila trapianti di reni nel 2023 (1500 da donatore cadavere e 500 da donatore vivente) e 500 di pancreas. Sono i numeri più che lusinghieri dell’unità operativa di chirurgia generale e dei trapianti Dell’Aoup diretta da Ugo Boggi, che però non si accontenta e rilancia: "Iniziative come la Pisa Half Marathon in programma domenica servono proprio a incentivare la cultura del dono e nonostante i grandi progressi fatti dal nostro Paese negli ultimi anni, siano passati da tre donazioni per milione di abitanti a 6 per milione abitanti, raddoppiando il ‘serbatoio’ di organi ma con ancora grandi margini di crescita rispetto alla media di altri Paesi, a cominciare dalla leadership indiscussa dell’Olanda che vanta circa 30 trapianti per milione di abitanti: stiamo parlando della possibilità di fare centinaia di trapianti in più ogni anno".

Su che cosa puntare?

"Il tasto sul quale battere maggiormente, insieme ai progressi clinici e scientifici, è proprio quello culturale e della consapevolezza dell’opinione pubblica".

Si spieghi meglio.

"Intanto si può incrementare parecchio il dato relativo alla donazione samaritana aumentando fortemente la platea di coloro che si rendono disponibili a donare un rene da vivi e indipendentemente da chi possa essere il ricevente. Stiamo parlando di quelle persone che si rendono disponibili a donare il proprio organo, ammesso che risulti compatibile con il ricevente. a un proprio congiunto. E’ evidente che incrementare significativamente questi numeri consentirebbe anche di aumentare l’efficacia dei trapianti stessi migliorando così in modo significativo la qualità della vita dei pazienti trapiantati".

Perché?

"Al netto di indiscutibili progressi della scienza e della medicina, ad esempio quelli che oggi consentono anche il cosiddetto trapianto a cuore fermo, limitando gli effetti negativi della cosiddetta tempesta citochinica che si presenta nell’organismo del donatore deceduto, il prelievo di organi da persone sane aumenta considerevolmente la qualità della vita delle persone trapiantate. E ce lo dicono le statistiche: un dializzato trapiantato di rene da donatore cadavere ha una possibilità media di tornare alla dialisi a 9 anni dal trapianto, mentre quando il trapianto viene eseguito con un organo da donatore vivente la possibilità di ritornare a essere dializzato è di 18 anni".

Tutta un’altra vita.

"Sì perché parliamo di persone che tornano sane e a fare una vita normalissima. Come Luca Pitoia, uno dei testimonial della mezza maratona di quest’anno che fu operato nella notte di San Ranieri di 18 anni fa e che ora conduce un’esistenza serena e senza alcuna contro indicazione".

Ci sarà anche lui.

"Lui sarà al via con il pettorale numero 2, l’1 è per il campione azzurro Daniele Meucci: ma chiunque segue questo sport sa che i pettorali più bassi sono riservati ai campionissimi e Luca lo indosserà non tanto per sé ma perché è davvero un simbolo di rinascita. Perché il vero campione è colui che gli ha donato l’organo".