Residenza negata a Pisa. “Condannato il Comune”

Gli uffici avrebbero negato l’iscrizione all’anagrafe di un cittadino straniero. Auletta: “Il tribunale di Firenze ha riconosciuto l’infondatezza di tale rifiuto”

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Una veduta da Tramontana di Palazzo Gambacorti

Pisa, 28 ottobre 2024 – Il Comune di Pisa è stato obbligato dal Tribunale di Firenze a iscrivere all’anagrafe un cittadino brasiliano, stabilitosi in città nel 2022. L’uomo, discendente di un cittadino pisano, aveva richiesto la residenza, ottenendo però un rifiuto da parte degli uffici di Palazzo Gambacorti. Ripercorriamo la vicenda: L’uomo, nato in Brasile, si è trasferito a Pisa nel 2022 dove attualmente lavora. È discendente di un cittadino italiano, emigrato in Brasile e nato a Pisa negli anni ‘40. Potendo quindi vantare il diritto alla cittadinanza italiana jure sanguinis, ha fatto ingresso in Italia con documenti di soggiorno regolari, affittando un’abitazione e presentando domanda di residenza in attesa dell’avvio delle pratiche burocratiche per il riconoscimento della cittadinanza.

A questo punto, gli uffici comunali, hanno rigettato la richiesta, sostenendo che la domanda di residenza fosse “strumentale” e non rispecchiasse una reale intenzione di stabilirsi a Pisa, nonostante la polizia municipale avesse già accertato la sua presenza effettiva nell’abitazione.

Il Tribunale ha però stabilito che l’Amministrazione non può entrare nel merito delle motivazioni soggettive del richiedente: chi vive stabilmente in un luogo ha diritto alla residenza, indipendentemente dalle ragioni che lo hanno condotto a trasferirsi. “La residenza – ha precisato il Tribunale – è un diritto e non una concessione discrezionale che gli uffici possono negare basandosi su valutazioni arbitrarie”.

Secondo il gruppo della sinistra radicale in consiglio comunale, Diritti in comune si tratta di una piccola vicenda, che però evidenzia un problema ben più ampio: “Il provvedimento dei magistrati di Firenze – spiega il gruppo politico in una nota –, è un campanello d’allarme per tutta l’amministrazione, poiché negli ultimi anni sono stati troppi i casi di residenza negata con motivazioni pretestuose”. Diritti in comune ha richiesto una revisione delle prassi relative all’iscrizione anagrafica e ha annunciato che porterà la questione in discussione nel consiglio comunale previsto per oggi. “La residenza non è solo un diritto – sottolinea Ciccio Auletta – ma rappresenta il ‘diritto ad avere diritti’. Solo chi è residente può avere un medico di famiglia, iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale, richiedere una casa popolare o un alloggio di emergenza. Negare la residenza significa escludere una persona o una famiglia dall’accesso a questi diritti”.

Enrico Mattia Del Punta