GABRIELE MASIERO
Cronaca

Respinto il ricorso. Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

Quattro bancarellai si opponevano al trasloco

Le bancarelle di piazza Arcivescovado: quattro titolari si erano opposti per vie legali al nuovo piano per il commercio ambulante nei prossi del sito Unesco

Le bancarelle di piazza Arcivescovado: quattro titolari si erano opposti per vie legali al nuovo piano per il commercio ambulante nei prossi del sito Unesco

No alle bancarelle a ridosso del Duomo e della Torre pendente. Il piano del Comune è corretto e per questo motivo, in estrema sintesi, il Consiglio di Stato ha definitivamente respinto il ricorso di quattro bancarellai di piazza dell’Arcivescovado. Secondo i giudici amministrativi infatti Palazzo Gambacorti ha agito in modo legittimo limitando "l’esercizio di attività commerciali ed artigianali in forma ambulante o su posteggio, nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, per ragioni connesse alla tutela del decoro dei complessi monumentali". "Valore e finalità", osserva il Consiglio di Stato, "che tendono ad assicurare un’adeguata qualità paesaggistica e culturale, e quindi architettonica, non solo ai monumenti individualmente considerati, ma anche all’intero contesto urbano nel quale gli stessi risultano collocati".

Non solo, i giudici sottolineano che "via Cammeo, Largo Cocco Griffi e Piazza dell’Arcivescovado" sono "zone limitrofe, sostanzialmente confinanti con il sito Unesco di piazza dei Miracoli" e in particolare "Piazza dell’Arcivescovado è a pochi metri di distanza, mentre via Cammeo e largo Cocco Griffi" sono distanti "rispettivamente a tre e a quattro minuti a piedi" quindi "la preclusione imposta nel piano allo svolgimento di attività commerciale in quei luoghi, almeno nelle parti più prossime alla piazza, appare più che comprensibile e oltre modo giustificabile".

Ma il Consiglio di Stato scrive anche che "i banchi di vendita presentano un’obiettivo contrasto, nella loro attuale configurazione, rispetto al contesto di riferimento e i posti di vendita ingombrano le strade di accesso al sito Unesco talvolta persino impedendo una corretta visuale dei palazzi e delle vie di accesso, o comunque rendendo difficile le attività per una corretta manutenzione delle strade e delle stesse mura storiche di accesso alla città, il che, a sua volta, contrasta col rispetto del decoro urbano e culturale che dovrebbe essere assicurato all’intera area".

Infine secondo i giudici amministrativi "non vi sono elementi per ritenere che la nuova destinazione dell’area mercatale sia eccessivamente penalizzante, anche considerando che il Comune ha avviato un progetto di riqualificazione di quell’area, volta a renderla meglio servita, e a funzionalizzarla a un percorso idoneo a incentivare il flusso turistico".

Pertanto secondo il Consiglio di Stato la scelta dell’amministrazione è "un punto di ragionevole contemperamento tra l’interesse pubblico di tutela monumentale dell’area e quello dei privati allo svolgimento delle attività commerciali da loro gestite".

Gab. Mas.