Circa un milione di euro: è l’ammontare dell’intervento di restauro che ha consentito domenica la riapertura al culto della chiesa di Santa Marta, rimasta chiusa per ben due anni. L’edificio, un gioiello architettonico nel quartiere di San Francesco, era stato dichiarato inagibile, infatti, a maggio 2022 a causa di un improvviso cedimento del tetto provocato dalle infiltrazioni di acqua sulle volte e sulle strutture sottostanti, con non poche preoccupazioni sull’entità dei danni che fin da subito erano apparsi particolarmente onerosi. Risultano ad oggi ancora in fase di restauro alcuni dipinti conservati nell’edificio, ma la chiesa ha ufficialmente riaperto le porte ai fedeli domenica con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. I lavori, coordinati dall’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici dell’arcidiocesi di Pisa, sono stati diretti dal team dell’ingegnere Valeria Donato e hanno riguardato in particolare la volta e le strutture di copertura dell’aula, la copertura del campanile, la copertura dell’abside e la copertura dei locali parrocchiali minori. Il tutto per un ammontare complessivo di 1.048.682 euro: fondamentale il contributo della Cei che ha cofinanziato l’intervento con 420 mila euro, quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa con 200 mila, ma anche il sostegno economico dell’arcidiocesi di Pisa e la generosità dei parrocchiani. "La nostra speranza, ora - ha affermato il parroco della chiesa don Lukasz Kostrzewa -, è recuperare la comunità di Santa Marta, per camminare insieme nell’anno della speranza che sta per iniziare". La chiesa, con annesso convento, fu fondata nel 1342 su iniziativa del frate domenicano Domenico Cavalca per accogliere le suore della Penitenza. Nel 1785 il monastero fu soppresso e nel 1795 l’arcivescovo Angiolo Franceschi concesse alla chiesa il titolo di prioria. L’edificio venne poi interamente ricostruito e ne fu rovesciato l’orientamento tra il 1760 e il 1767 su progetto dell’architetto Tarocchi.
Stefania Tavella