
Enrico Bruni
di Gabriele Masiero
Le tensioni internazionali e la decisione dell’Ue di avviare una vera e propria corsa al riarmo. Da una parte l’ala riformista che prende le distanze dalle posizioni di Elly Schlein, dall’altra invece la componente di sinistra che si schiera con la leader e respinge al mittente le critiche di chi vorrebbe un partito maggiormente interventista. L’assessora regionale Alessandra Nardini cannoneggia senza indugio due colleghi di partito: l’eurodeputata Pina Picierno e il costituzionalista pisano Stefano Ceccanti: "A loro vorrei dire - scrive su Fb - che se mi devo vergognare di qualcosa che ha fatto il Pd, mi vengono in mente gli accordi con la Libia sui migranti avviati con il ministro Minniti, il Jobs Act di Renzi e le campagne di comunicazione decisamente discutibili, per usare un eufemismo, di quella stagione, a partire da quella sul referendum costituzionale: quelli sì, erano deliri e per fortuna adesso abbiamo voltato pagina e stiamo provando anche a correggere quegli errori. Non mi vergogno assolutamente, invece, della posizione della segretaria Schlein che si è espressa contro il piano Rearm Europe".
Era stato proprio Ceccanti a dare fuoco alle polveri: "Le parole di Prodi e Pedro Sanchez ci ricordano che il futuro dell’Europa passa dalla difesa della democrazia e da una maggiore integrazione politica. In un momento in cui i populismi minacciano la tenuta delle istituzioni, serve un’Europa che non sia solo un’unione economica, ma anche un vero spazio politico e democratico. Il voto al Parlamento Europeo sarà un passaggio cruciale: chi crede in un’Europa forte e solidale ha il dovere di impegnarsi per difenderla e rilanciarla". La pensa allo stesso modo il segretario provinciale dem Oreste Sabatino: "La Spagna di Pedro Sanchez che col Psoe guida il governo più progressista d’Europa, viene spesso citata in Italia come esempio da seguire, giustamente. Ma Pedro Sanchez sa che senza la difesa europea, senza una forte deterrenza nei confronti di Mosca, del Welfare spagnolo resteranno solo il ricordo". Prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo: "L’Europa ha bisogno di sicurezza, ma la strada indicata dal piano ReArm Europe di Ursula von der Leyen non è la migliore. Serve una vera difesa comune europea, non una corsa agli armamenti nazionali finanziata, tra l’altro, con i fondi di coesione. Risorse fondamentali per la crescita, l’istruzione, la sanità e le infrastrutture non possono essere dirottate senza una strategia chiara. La sicurezza dell’Europa si costruisce anche con una politica estera comune, capace di prevenire i conflitti e rafforzare il ruolo dell’Unione nel mondo".
Chiude Enrico Bruni, consigliere comunale della sinistra dem: "Dispiace che il Psi si sia allineato alle posizioni dei partiti popolari, invece di seguire una via più vicina alle istanze italiane e progressiste. La posizione del Pd è chiara e deve essere ambiziosa: vogliamo un esercito comune europeo che, secondo le stime, potrebbe diventare il secondo esercito al mondo, superato solo da quello statunitense. La proposta di Von der Layen non rappresenta un passo avanti verso questo obiettivo, ma rischia di rafforzare ulteriormente le singole identità nazionali, allontanandoci dall’integrazione necessaria per raggiungere un vero coordinamento europeo".