REDAZIONE PISA

Riforma Magistrati in sciopero anche a Pisa

Sostituti procuratori e giudici si sono ritrovati nel cortile del Tribunale con l’immmagine della Costituzione: "Cittadini meno garantiti"

I magistrati di Pisa nel cortile del Tribunale (. Foto Del Punta per Valtriani

I magistrati di Pisa nel cortile del Tribunale (. Foto Del Punta per Valtriani

di Antonia Casini

Con la toga, la coccarda tricolore e l’immagine della Costituzione italiana, i magistrati pisani hanno aderito allo sciopero ieri mattina. Riforma costituzionale della giustizia, poco prima delle 10, i sostituti procuratori e i giudici si sono riuniti nel cortile del Tribunale (presente anche la presidente Beatrice Dani) per una manifestazione, assicurano, "non contro qualcuno o qualcosa" e neppure "contro il Parlamento che rimane interlocutore privilegiato e primo destinatario delle argomentazioni critiche del progetto di revisione". Ma "per difendere un assetto istituzionale che reputiamo essenziale per l’indipendenza e l’autonomia della magistratura". Prima di leggere i due comunicati, il presidente della sottosezione Anm, Associazione nazionale magistrati, di Pisa, Fabio Pelosi, ha precisato: "Molti di noi, appena terminato questo incontro con i media, andranno a Firenze (nel cui Palazzo di giustizia era stata indetta un’assemblea aperta ad addetti al settore e cittadini, ndr), altri torneranno in ufficio a lavorare". Sono stati garantiti i procedimenti d’urgenza e quelli riguardanti la libertà personale.

Lo sciopero? "Un mezzo estremo – si legge nel comunicato – al quale, nella storia repubblicana, si è fatto ricorso solo in momenti eccezionali, quando sono stati messi a repentaglio princìpi e valori di fondo di una giustizia indipendente". Tra le ragioni della manifestazione, quella della separazione delle carriere, "che non servirà a risolvere i problemi della giustizia e nemmeno si prefigge di farlo".

"La principale preoccupazione dei magistrati di Pisa e non solo – afferma il pm Pelosi – è che questa riforma potrebbe portare a una perdita di indipendenza e autonomia da parte della magistratura. Indipendenza e autonomia che devono essere garantite non per noi ma per i cittadini. E solo attraverso un giudice indipendente e autonomo è possibile che la giustizia italiana funzioni effettivamente per il Paese e per i cittadini". "Noi continueremo a svolgere il nostro lavoro – aggiunge Nunzia Castellano, segretario sottosezione Anm di Pisa – Il problema principale è che per i cittadini ci sarà una giustizia meno giusta. Perché - così come previsto dal disegno di riforma - se un pm non farà più parte di un assetto giurisdizionale, e sarà quindi un organo separato dalla funzione giurisdizionale, mentre oggi è il primo garante del cittadino, il cittadino stesso sarà meno garantito dall’inizio delle indagini". "Un pubblico ministero che sarà controllato – continua Castellano – potrà portare in giudizio soltanto determinati processi. Sarà una giustizia controllata dall’alto. Siamo convinti che un limite al potere delle correnti ci debba essere, ma la nostra Costituzione ha previsto che ci sia un organo di autogoverno che è il Csm (Consiglio superiore della magistratura) che ci tutela da invasioni esterne. Noi non vogliamo non essere controllati, ma abbiamo i nostri anticorpi e possiamo trovare degli strumenti a Costituzione invariata per eliminare delle disfunzioni. Siamo consapevoli che la magistratura ha peccato in passato ed è da qui che dobbiamo ripartire".