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Rissa in Piazza Santa Caterina. Tre ragazzini denunciati. Indagano polizia e carabinieri

E ieri, durante un tentativo di furto in un negozio in Corso Italia, un 17enne è rimasto ferito. Il vigilante ha fermato il minore che, dopo una colluttazione, è finito in ospedale

Piazza Santa Caterina (Del Punta per Valtriani)

Piazza Santa Caterina (Del Punta per Valtriani)

Pisa, 9 febbraio 2025 – Sono mesi difficili per i minorenni sul territorio pisano, fra aggressioni, risse, tentativi di furto finiti male. Polizia di Stato e carabinieri hanno denunciato in questi giorni tre ragazzi per uno degli ultimi episodi, accaduto in centro. Era metà gennaio quando era esplosa una nuova lite tra minorenni e giovanissimi in Piazza Santa Caterina. Tre furono i ragazzi finiti in ospedale: uno più grave degli altri, con un’operazione necessaria al setto nasale.

Erano una ventina in tutto sabato sera 11 gennaio intorno alle 23.30. Dopo le indagini congiunte della polizia con la squadra mobile e dei carabinieri, che hanno raccolto le testimonianze e guardato le immagini delle telecamere, sono stati deferiti tre dei coinvolti che farebbero parte del medesimo gruppo che aggredì in Piazza Dante Zackaria Oubamou, l’appena diciottenne pestato in piazza Dante: ebbe poi 40 giorni di prognosi. Prima ancora di lui, nella stessa piazza, un ragazzino di 16 anni fu accerchiato e picchiato. Sabato 23 novembre, nei dintorni di Piazza Dante (via San Frediano), fu aggredito un ragazzino di 15 anni. Sabato 1° febbraio in Piazza Santa Caterina, un sedicenne è stato rapinato, dopo essere stato accerchiato dal branco, “Dacci i soldi o ti spariamo”. Ci sono in corso le indagini per quest’ultimo caso. Mentre la mamma, che aveva denunciato l’accaduto, ringrazia le persone perché ha ricevuto tanta “solidarietà”.

Le bande di ragazzini si sarebbero ultimamente spostate da Piazza Dante dall’altro lato di Borgo e fino alla Piazza Martiri della Libertà. Il nuovo caso, venerdì appena passato, in Corso Italia, quando un ragazzo - questa la ricostruzione fatta - ha tentato un furto e sarebbe stato bloccato dal vigilante, ne sarebbe nata una colluttazione e il minore è poi finito in ospedale. È accaduto intorno alle 18, quando la via era frequentata per lo shopping del weekend. Un 17enne avrebbe cercato di fare un furto all’interno di un negozio, ma sarebbe stato fermato dalla guardia. Inizialmente avrebbe rifiutato il trasporto, poi, avrebbe accettato le cure del 118 finendo nel reparto di Pediatria. Nonostante il codice rosso iniziale, le sue condizioni non sono gravi.

“Questo fenomeno delle bande e della violenza minorile è complesso – commenta Simona Cotroneo, psicologa, psicoterapeuta e responsabile del progetto Fair play del gruppo Paim e della Sds – e coinvolge tanti fattori. Le cause sono individuali e collettive e spingono i giovani a riunirsi in gruppi violenti. Rispetto alle dinamiche psicologiche: c’è una ricerca costante d’identità e appartenenza durante l’adolescenza. A volte le bande possono offrire un senso di identità condivisa, soprattutto in contesti familiari già fragili o assenti. Anche se il fenomeno è trasversale e può colpire chiunque. Appartenere a un gruppo dà un senso di sicurezza e protezione se ci sono assenze genitoriali. L’adesione a un gruppo violento può essere un modo per guadagnarsi rispetto e approvazione. I ragazzi si influenzano tra pari e si conformano. Questo spinge ad aderire totalmente alla filosofia del gruppo”.

“Parlando più in generale, si assiste a una normalizzazione della violenza attraverso i media e i videogiochi che sono densi di comportamenti violenti che poi vengono imitati. E questo anche tra ragazzini nella contesti adolescenza dai 12 anni in su. Ci sono poi giovani che provengono da contesti svantaggiati e si sentono marginalizzati e stigmatizzati, provano un forte senso di impotenza che li spinge a cercare visibilità con filmati che diventano virali”. “Nelle scuole abbiamo sempre più richieste agli sportelli di ascolto e al consultorio familiare per ragazzi con bassa autostima che da vittime diventano bulli. Il sogno ricorrente? Fare soldi. A livello sentimentale e relazionale non si fidano più di nessuno, ci sono un forte individualismo e tanta diffidenza, poca la collaborazione. Servirebbero il potenziamento di interventi, con prevenzione tra i bambini più piccoli che vanno educati alla risoluzione dei conflitti e poi supporto a livello familiare e comunitario”.

Antonia Casini

Enrico Mattia Del Punta