
Daniela Petraglia, presidente di ConfRistoranti di ConfCommercio Pisa e titolare del ristorante “La Pergoletta” (Foto Enrico Mattia Del Punta)
Pisa, 12 aprile 2025 – “Siamo estremamente preoccupati per il numero di ristoranti del territorio, che nel 2024 hanno abbassato in massa le saracinesche. Le istituzioni devono intervenire”. Un grido d’allarme quello di Confcommercio alla luce dei dati del Rapporto Ristorazione 2025, curato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), che ha evidenziato come lo scorso anno sia stato, per le attività gastronomiche, particolarmente amaro. Nel 2024 infatti sono state 78 le nuove imprese di ristorazione registrate a Pisa e provincia a fronte di 213 cessazioni, con un saldo negativo di 135 imprese. Numeri che incidono particolarmente sul totale, dal momento che il bilancio complessivo vede 2.387 imprese attive nell’intero comparto, che danno lavoro a un totale di 7.021 persone. Le cause, secondo il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli, “sono le conclamate difficoltà del commercio al dettaglio, alle prese con la spietata concorrenza delle piattaforme globali online e della grande distribuzione, con una tassazione eccessiva e una burocrazia macchinosa e costosa”.
Una serie di problemi che attaccano “un motore di crescita e sviluppo per il nostro territorio anche in termini di occupazione, visto che i pubblici esercizi rappresentano uno dei settori con il maggior numero di addetti, capace di collocare lavoratori provenienti da altri settori. Tutte le istituzioni e amministrazioni di ogni livello devono assolutamente moltiplicare gli sforzi per invertire la rotta”. Parole condivise da Daniela Petraglia, proprietaria del ristorante La Pergoletta e presidente di ConfRistoranti. “Il comparto ristorazione - dice - è travolto dall’onda lunga della pandemia, non c’è stato alcun intervento in favore di tutti quegli imprenditori che hanno resistito fiduciosi per mandare avanti la loro attività con grandi sacrifici”. Petraglia aggiunge che la sua categoria, “come tutte le attività i pubblici esercizi sono flagellati da una pressione fiscale imperdonabilmente schiacciante e dalla cronica mancanza di personale, per non parlare del rincaro generale di utenze e materie prime. Senza interventi decisi e concreti sarà veramente difficile frenare questa tendenza”.