
Antonio Logli e Roberta Ragusa
Pisa, 21 agosto 2021 - Anna Vagli, che assiste Antonio Logli, parla di svolta clamorosa nel giro di una manciata di giorni e sottolinea: "Non la troveranno mai perché Logli non ha ucciso nessuno". Questa la linea ferma della difesa. L’associazione Penelope, invece, è di tutt’altro avvisa e qualche giorni fa ha annunciato che chiederà nuove ricerche del corpo di Roberta Ragusa, la mamma scomparsa da Gello tra il 13 ed il 14 gennaio del 2012 quando, nella notte di un gennaio freddissimo, iniziò il giallo. Mentre la giustizia ha raggiunto da tempo la sua verità processuale: Roberta non si è allontanata volontariamente, non ha lasciato nottetempo i figli ed il marito, ma è stata fatta scomparire dall’uomo con il quale divideva la propria vita, che è stato condannato in via definitiva per il suo omicidio e l’occultamento del suo cadavere a vent’anni di carcere. Per questo l’Associazione Penelope, con il suo presidente, l’avvocato Nicodemo Gentile che ha seguito tutta la vicenda ed i relativi processi, ha detto che "si attiverà di fronte al Commissario Straordinario per le Persone Scomparse e le competenti Prefetture, affinché si possano studiare modalità operative per attivare nuovamente ricerche di una persona non più scomparsa ma uccisa, e del suo cadavere che non si trova". E indica una possibile strada: il magazzino di casa Logli. Ma Antonio Logli, recluso a Massa, continua a dirsi innocente e ha dato mandato al nuovo legale e alla criminologa Vagli di trovare elementi che consentano di arrivare alla revisione del processo.
Dottoressa Vagli si parla di nuove ricerche. Mentre Logli lancia appelli su appelli perché la moglie torni a casa.... "Le ricerche in casa? No, non sono necessarie. Credo che sia necessario cercare Roberta. Altrove, e non senza vita. Quanto agli appelli, se lei fosse ingiustamente condannato per l’omicidio della moglie non utilizzerebbe tutti i mezzi a disposizione per dimostrare la sua innocenza? Nessuno ha mai provato a mettersi nei panni di Logli".
L’avvocato Gentile offre anche una pista. Il magazzino di casa Logli. Cosa ne pensa? "La casa dei Logli è stata completamente messa a soqquadro. Magazzino compreso. Il fatto che si faccia riferimento solo ad alcune parti lo trovo offensivo anche perché tutta l’attività e i mezzi messi in campo per cercare Roberta Ragusa. A meno che non si voglia mettere in discussione l’espletamento delle indagini. La verità è che, pur tutti sostenendo di averla cercata in ogni luogo, non si capacitano del perché non è stata ritrovata. E allora glielo dico io. Non la troveranno mai. Perché Logli non ha ucciso nessuno".
Nessuna traccia in tanti anni. Né il corpo, ma nemmeno un avvistamento che abbia aperto la speranza. Resterà un giallo? "Il fatto che non si trovi o non sappiamo dove sia non è prova né che sia morta, né che qualcuno l’abbia uccisa. Le prove non ci sono mai state. Logli è stato condannato perché aveva l’amante".
State lavorando alla richiesta di revisione del processo. A che punto siete? "Siamo al giro di boa. In una fase delicatissima. Al momento non posso dire niente. Ma ci sarà una svolta clamorosa".
Qual è secondo lei il punto debole a livello giudiziario del giallo di Roberta? "Se si riferisce alla condanna di Logli, manca il cadavere, manca la scena del crimine, l’arma del delitto e non risulta in alcun modo provata la morte violenta. Tutto si fonda su una testimonianza tardiva. In proposito, mi limito a dire questo: nella migliore delle ipotesi un testimone dimentica. Quanto al resto, la scelta del rito ha pregiudicato irrimediabilmente la sorte giudiziaria di Logli. A mancare, in termini di strategia, probabilmente l’individuazione, da parte della difesa, di una pista investigativa alternativa".