Salvare Marina di Pisa: "Nel 2100 il mare sarà più alto di 2,5 metri. Ghiaia non più idonea"

La doppia minaccia e le soluzioni a medio e lungo termine per l’abitato e per il fronte spiaggia. Il dibattito con gli esperti della Regione e dell’Università di Firenze alla rassegna intitolata "Marina Slow" .

Salvare Marina di Pisa: "Nel 2100 il mare sarà più alto di 2,5 metri. Ghiaia non più idonea"

La doppia minaccia e le soluzioni a medio e lungo termine per l’abitato e per il fronte spiaggia. Il dibattito con gli esperti della Regione e dell’Università di Firenze alla rassegna intitolata "Marina Slow" .

Se l’imperativo è salvare Marina, la minaccia da considerare è duplice. Oggi e nel futuro. C’è il ‘cantiere’ attuale che è quello per mettere in atto le soluzioni più adeguate in modo da proteggere l’abitato e azzerare le tracimazioni di acqua e ghiaia che hanno travolto Marina nella doppia mareggiata di novembre e dicembre 2023, in particolare in corrispondenza della cella 4. E c’è quello che pone una domanda paradossalmente più urgente: come farà Marina a sopravvivere ai cambiamenti climatici? Una domanda che dai ‘tecnici’ (ma anche dai comuni cittadini) vuole arrivare fino alla politica. "Nel 2100 il mare sarà due metri e mezzo più alto rispetto adesso" questo lo scenario ‘disegnato’ dal professor Enzo Pranzini (nella foto) dell’Università di Firenze, esperto riconosciuto a livello internazionale per i temi della gestione delle coste e dei litorali, colui che ha coordinato il gruppo di lavoro che durante la giunta Floriani portò alla creazione delle spiagge di ghiaia.

Sistema di difesa che, seppur tra mille polemiche e rimaneggiamenti con dispendio di risorse e continui interventi in emergenza, ha sino ad oggi salvaguardato Marina. L’occasione è stato il dibattito organizzato da "Marina Slow" (in corso fino al 31 agosto in via della Sirenetta): sul palco, insieme al professor Pranzini, anche l’ingegner Lorenzo Cappietti, professore associato all’Università di Firenze, specializzato in costruzioni idrauliche, costruzioni marittime e idrologia, a cui la Regione Toscana ha affidato il compito di studiare le soluzioni ("36 configurazioni" sono state quelle elaborate per capire come far funzionare la cella 4, tra piazza delle Baleari e via Francardi) per scongiurare altre "tracimazioni intollerabili".

Uno studio iniziato prima delle mareggiate di fine 2023 e che ha portato alle recenti scelte, ovvero al maxi-progetto della Regione da 5 milioni di euro pronto ‘sulla carta’ ma non di immediata realizzazione. I lavori consisteranno essenzialmente nel potenziamento della scogliera soffolta e nell’allargamento della spiaggia di ghiaia, interventi che, secondo i test, sono adeguati per assorbire l’energia delle onde in quel tratto di litorale.

E se per l’avvio di questo ‘cantiere’ ci sarà ancora aspettare (incrociando le dita per le prossime inevitabili mareggiate di fine estate), deve anche essere chiaro che la soluzione prospettata che "riguarda i prossimi 15/20 anni".

E poi? Anche lo scenario disegnato dal professor Cappietti impone "Non è detto che il sistema di protezione debba essere la ghiaia. Il cambiamento climatico porterà a lunghi periodi di bonaccia e concentrazione di condizioni estreme, il tutto associato all’innalzamento del livello del mare. La riflessione su questi temi non può più attendere".

Francesca Bianchi