
Una donazione di sangue (foto di repertorio)
Pisa, 30 novembre 2016 - «Calano donatori di sangue ma a Pisa buttano via emazie concentrate: 8mila in 15 anni». A far esplodere la bomba è il Movimento 5 Stelle che, con un’ interrogazione del consigliere Andrea Quartini, ha portato il caso in Regione. Aspra la critica del consigliere regionale M5S in commissione sanità che fa esplodere una miccia: «A causa del calo di donatori di sangue intero, - incalza con un’interrogazione Quartini - l’Area vasta nord-ovest ha acquistato da altre regioni oltre 1.500 unità di emazie concentrate solo quest’anno. Nel frattempo però parrebbe che il Servizio Trasfusionale dell’Aou di Pisa abbia eliminato per scadenza, cioè non usato e gettato come rifiuto, oltre 8mila unità di emazie concentrate. Praticamente l’intera raccolta annuale del Servizio per uno spreco superiore a 1.200.000 euro».
Parole pesanti. «C’è una filiera di controllo che non funziona e immoralmente butta via organi, perché il sangue è un organo, determinando spreco di denaro pubblico. Al vertice di questa gestione irresponsabile - argomenta il consigliere pentastellato - c’è la politica nazionale e regionale, che non è riuscita a programmare e pianificare il sistema di raccolta e gestione del sangue. Ci chiediamo se quanto è successo a Pisa è una regola o l’eccezione, e l’assessora ci deve anche un perché. Tra l’altro la Regione Toscana, proprio tramite l’Aou Pisana, è sede pilota del programma «Patient Blood Management (PMB)» del Centro Nazionale Sangue, funzionale proprio alla diminuzione dell’inappropriatezza trasfusionale. Come si concilia questo con un caso come Pisa? Ha una giacenza standard di 516 unità di emazie concentrate in un’azienda con circa 1200 posti letto, quando Careggi, con 1600 posti letto, ne ha una inferiore del 40%».
Non tarda ad arrivare la risposta dall’Azienda ospedaliera: «I numeri riportati nella nota del consigliere regionale del Movimento 5Stelle in riferimento alle emazie scadute non corrispondono alle risultanze del Centro trasfusionale dell’Aoup ma soprattutto non tengono conto dell’organizzazione che c’è dietro la rete trasfusionale che copre tutto il territorio regionale. Essa prevede infatti che le sacche in scadenza negli ospedali più piccoli delle tre aree vaste vengano centralizzate in quelli con una produzione chirurgica più elevata come l’Aoup. Le sacche dell’area vasta nord-ovest quindi arrivano tutte all’ospedale di Pisa. La scadenza fisiologica poi, per alcuni gruppi sanguigni meno richiesti, arriva come è regolare che avvenga, ma non si tratta dei numeri riportati nella nota del consigliere regionale, probabilmente cumulativi e riferiti a diversi anni addietro, prima della costruzione della filiera regionale del sangue». «Tanto per riportare alcune cifre – prosegue l’Aoup – nel 2016, in tutta l’area vasta nord-ovest, sono scadute solo 220 sacche, un numero assolutamente in linea con la media nazionale. E anche negli anni precedenti, la media dello scaduto era sempre in linea con quella del consumo ospedaliero (e l’Aoup è un ospedale che consuma una media di 30mila unità di sangue l’anno, considerata anche l’attività trapiantologica). Inoltre, nel 2015, in tutta la Regione Toscana, si è registrato un calo delle unità eliminate per scadenza, di oltre il 60% rispetto all’anno precedente: ne sono state infatti eliminate mille».
«Quanto infine alle emazie prese da altre Regioni – si aggiunge – questa pratica rientra nel sistema di compensazione nazionale che prevede appunto che, fra le Regioni, ci sia un meccanismo per cui si acquista e si cede a seconda delle necessità».