"Scieri fu ucciso dai commilitoni Dolore della famiglia mai lenito"

Omicidio in caserma, la parte civile chiede il risarcimento del danno: "Madre e fratello, un dramma senza fine. Processo testimoniale non indiziario. Meucci quella notte vide i tre accusati. I vertici difesero la Folgore" . .

"Scieri fu ucciso dai commilitoni  Dolore della famiglia mai lenito"

"Scieri fu ucciso dai commilitoni Dolore della famiglia mai lenito"

di Antonia Casini

Hanno chiesto - ciò che era nelle loro possibilità - la condanna al risarcimento del danno, per la famiglia che vive da 24 anni anni "un dramma senza fine". Processo per la morte (omicidio per l’accusa) di Emanuele Scieri, l’ex allievo parà siracusano trovato senza vita alla Gamerra il 16 agosto del 1999. Imputati due ex commilitoni, Zabara e Panella. Ieri hanno parlato le parti civili. In aula assistono la mamma Isabella e il fratello Francesco. L’avvocato Ivan Albo all’inizio si rivolge a lungo alla giuria popolare chiedendo di andare "oltre le singole sensibilità, vi domandiamo di attenervi al racconto", la storia di "un giovane laureato di 25 anni che va a fare il servizio militare e non torna più, non gli interessava di Celentano, del suo zibaldone, della Gamerra, delle dinamiche interne". E per questo aggiunge con l’aiuto di foto e filmati dell’epoca: "Oggi sarò Emanuele Scieri che non ha potuto parlare". Quindi cita la requisitoria dell’ex procuratore Alessandro Crini con il sostituto Sisto Restuccia. "Non ci sono state verità precostituite. Nel ’99 non si è considerato di ascoltare i testimoni o qualcuno ha volutamente dimenticato di sentirli". E punta il dito sulle "ultime dichiarazioni spontanee di Zabara che hanno rivelato molto della personalità dell’imputato" di fatto per la parte civile irrispettose dei parenti stessi del giovane. Poi passa a Panella: "Non ha mai partecipato al processo, nonostante sia incensurato. Dovrebbe essere qui a urlare la propria innocenza". Panella, Zabara e Antico (quest’ultimo assolto in primo grado in abbreviato con l’ex maggiore Romondia e il generale Celentano): "Una triade che aveva esasperato i concetti di goliardia". "Non è un processo indiziario – commenta Albo – ma testimoniale. Meucci chiama in causa proprio loro tre che ‘sudavano freddo’. Nonostante avesse paura di loro, quella notte del 13 agosto, li avvicinò per chiedere loro, è ”Tutto a posto?”. Ha spiegato che fu più forte di lui". "E’ mancato il senso delle istituzioni in alcuni momenti", aggiunge.

Davanti ai giudici rilegge il capo di imputazione: "Fu colpito a terra, poi costretto a svestirsi e con l’aggravante dei motivi abietti e futili", salì sulla torretta di asciugatura dei paracaduti per sottrarsi all’aggressione, "colpi al piede sinistro tramite un corpo penetrante; ne occultavano il corpo".

Il nonnismo. La sfinge sul famoso autobus che portò Lele da Firenze a Pisa quello stesso giorno, "alla presenza dell’ufficiale esercito. La verità è che bisognava difendere la Brigata ben oltre la morte di Scieri".

L’ultima notte. Emanuele era stato in pizzeria e aveva poi fumato una sigaretta con Viberti, l’ultimo compagno che lo vide in vita. "Nessuno avrebbe potuto sentirlo mentre subiva le angherie perché i suoi commilitoni scherzavano, chiacchieravano, giocavano in quei momenti".

La collega Alessandra Furnari ha citato l’esperienza logorante per la famiglia che "prova un dolore che non si lenisce mai". Si ripete e si rinnova "un dramma senza fine". Madre e fratello perseguono con tenacia "la verità con grande attenzione ma tutte le vicende vissute incidono sulla loro serenità". Per arrivare al risarcimento del danno si passa inevitabilmente dall’accertamento del fatto penale "con un complesso quadro indiziario che si basa su singoli tasselli che vanno presi non singolarmente perché fanno parte di un solo ragionamento e portano a un’unica conclusione verso la responsabilità dei tre imputati".

Prossima tappa, l’8 giugno con la discussione delle difese. Il 14 è prevista la sentenza, ma in quello stesso giorno è stato fissato l’appello per Antico, Romondia e Celentano. Appello che con la riforma Cartabia è previsto in trattazione scritta. Sarà quasi sicuramente rinviato.