REDAZIONE PISA

Scieri, i nonni imputati in appello. Il processo per Panella e Zabara

L’assoluzione di Antico diventata definitiva. La famiglia lavora per il ricorso civile

L’assoluzione di Antico diventata definitiva. La famiglia lavora per il ricorso civile

L’assoluzione di Antico diventata definitiva. La famiglia lavora per il ricorso civile

Ha preso il via ieri, davanti alla corte d’assise d’appello, il processo per i due ex caporali condannati in primo grado per l’omicidio di Emanuele Scieri (nella foto). Si tratta di Alessandro Panella (difeso dall’avvocato Andrea Cariello) a cui il tribunale di Pisa ha inflitto la pena di 26 anni di reclusione, e di Luigi Zabara (assistito dagli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini) condannato a 18 anni. Nella prima udienza, terminato il disbrigo delle questioni preliminari, la corte ha relazionato – si apprende – i punti principali che della sentenza di primo grado a carico dei due imputati e sui loro motivi d’appello, rinviando poi al 30 ottobre per la discussione di tutte le parti: quella della procura, le arringhe dei difensori e delle parti civili. Le difese hanno chiesto di acquisire la sentenza su Antico (assolto), il terzo ex caporale, che avrebbe fatto parte del gruppo dei ’nonni’ per l’accusa, nel frattempo diventata irrevocabile, la Procura non ha presentato ricorso in Cassazione. Il procuratore generale ha ritenuto che non ci fossero i presupposti. La famiglia - tutelata dagli avvocati Albo e Furnari - sta lavorando ora per un ricorso in sede civile.

Emanuele Scieri è il 26enne parà siracusano, trovato cadavere sotto un tavolo della caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999, deceduto ormai da tre giorni. La sua morte – hanno deciso i giudici pisani all’esito di un lungo processo – fu un omicidio, condannando quelli ritenuti esserne stati i responsabili. Gli imputati, i "nonni", – secondo l’accusa – lo avrebbero picchiato anche dopo che lui aveva cercato una disperata fuga sulla torretta di asciugatura dei paracadute il 13 agosto, facendolo poi precipitare e morire, e nascondendo il corpo, appunto, sotto a un tavolo. Il tutto, secondo il primo processo, al culmine di una discussione, forse iniziata per l’utilizzo della recluta del cellulare, e poi degenerata.

Presumibilmente perché gli anziani, Zabara, Panella e Andrea Antico (quest’ultimo assolto con rito abbreviato sia in primo grado che in appello) si trovarono davanti ad una reazione inaspettata del 26enne che scatenò, per i giudici, "un delirio di onnipotenza" dei nonni.

Carlo Baroni

Antonia Casini