Scieri, le arringhe dei difensori "Non si processino gli ex caporali"

Morte in caserma, chiesto al giudice che disponga il non luogo a procedere per Zabara e Panella. L’avvocato Druda ha invocato l’assoluzione per Salvatore Romondia: "Non c’è prova della telefonata"

Migration

di Carlo Baroni

PISA

Un’altra udienza preliminare davanti al gup Pietro Murano, in tribunale a Pisa, dedicata alle difese nel processo sulla morte della recluta Emanuele Scieri. Ieri è stata la volta dell’arringa dell’avvocato Andrea Di Giuliomaria che assiste Luigi Zabara, per il quale – all’esito di una discussione tutta in punta di diritto – il legale ha chiesto che il giudice disponga il non luogo a procedere per l’ex caporal maggiore accusato di omicidio volontario aggravato in concorso del 26enne parà siracusano.

Discussione, riportandosi agli atti, e all’esito della quale ha chiesto il non luogo a procedere, anche per l’avvocato Andrea Cariello che assiste d’ufficio Alessandro Panella ritenuto dalla pubblica accusa – pm Sisto Restuccia – una sorta di capetto di "quel terzetto" di nonni, a cui chiedere conto delle prevaricazioni sfuggite di mano, e diventate omicidio, di cui fu vittima Scieri. La difesa di Andrea Antico, l’unico ancora nell’esercito, difeso dagli avvocati Fiorenzo ed Alberto Alessi, aveva già discusso alla precedente udienza: Antico è l’unico dei tre che ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e per lui il pm ha chiesto 18 anni. Discussione per la difesa ieri anche per uno dei due ufficiali accusati di favoreggiamento: l’aiutante maggiore Salvatore Romondia che ha chiesto l’abbreviato. Il suo legale, l’avvocato Barbara Druda – in un’arringa di oltre un’ora e mezza – ha snocciolato le ragioni per cui chiede l’assoluzione del suo assistito (la procura ha chiesto 4 ani di reclusione) cercando di scardinare, in particolare, quello che è l’elemento chiave su cui poggia il copione accusatorio: secondo gli inquirenti, Romondia avrebbe telefonato a Panella un’ora dopo il ritrovamento del cadavere del giovane allievo paracadutista il 16 agosto 1999, occultato sotto un tavolo e deceduto da tre giorni. Un colloquio ritrovato spulciando le carte impolverate negli archivi dove venivano annotate le telefonate in uscita dalla Gamerra: un colloquio di 4 minuti dall’interno dell’ufficio dell’aiutante maggiore a casa Panella. Una telefonata troppo lunga per salutarsi, che vale oggi l’ipotesi di reato di favoreggiamento, presumendo gli inquirenti che i due in quella circostanza abbiano parlato proprio del ritrovamento del corpo.

L’avvocato Druda ha sottolineato, si apprende, che "non c’è prova che quella telefonata l’abbia fatta proprio Romondia" che quel giorno era anche ufficiale d’ispezione, e quindi per svariati impegni di frequente fuori ufficio. Come non ci sarebbe prova che all’altro capo del telefono ci sarebbe stato, nel caso, proprio Panella. Si torna in aula l’11 ottobre quando discuterà l’avvocato Francesco Virgone che difende il generale Enrico Celentano, allora comandante della Folgore, e accusato di favoreggiamento (la procura chiede 4 anni di reclusione nell’ambito del rito abbreviato). Il giudice a quel punto dovrebbe procedere con un rinvio per repliche. Poi le decisioni.