Scieri, sentenza prevista a giugno Appello per il primo grado a ottobre "La trattazione stavolta sarà orale"

Il filone al dibattimento si chiuderà entro l’estate, mentre l’altro, che aveva visto l’assoluzione di Antico,. Romondia e Celentano è stato rinviato in autunno. Le parti civili avevano chiesto il rinvio, poi accordato .

Scieri, sentenza prevista a giugno  Appello per il primo grado a ottobre  "La trattazione stavolta sarà orale"

Scieri, sentenza prevista a giugno Appello per il primo grado a ottobre "La trattazione stavolta sarà orale"

di Antonia Casini

Il 14 giugno. Giorno in cui è prevista la sentenza del filone a dibattimento per la morte (omicidio, per l’accusa) di Emanuele Scieri, dopo 24 anni; e giorno in cui era previsto anche l’appello per il primo grado con rito alternativo di questa lunga e dolorosa storia. Resta fissata l’udienza finale per il processo che vede imputati due ex commilitoni del giovane trovato morto alla Gamerra il 16 agosto del 1999, Zabara e Panella. Mentre è stata rinviata, su richiesta delle parti civili, la discussione in secondo grado per gli altri tre accusati dalla procura, un altro ex commilitone, Antico, il generale Celentano e il maggiore Romondia. La trattazione, oltretutto, prevista inizialmemnte in forma scritta, sarà in forma orale e si terrà l’11 ottobre.

In primo grado l’ex maggiore Salvatore Romondia e l’ex generale Enrico Celentano, imputati per favoreggiamento, sono stati assolti insieme ad Antico, ma la Procura si è appellata. Una sentenza richiamata più volte anche nel rito ordinario, sia dal procuratore Alessandero Crini, da poco in pensione, sia dalle parti civili che hanno discusso proprio durante l’ultima udienza chiedendo un risarcimento corposo per la famiglia. "E’ mancato il senso delle istituzioni in alcuni momenti", ha riassunto l’avvocato Ivan Albo che ha puntato il dito sui vertici di allora della caserma e della Folgore. "La verità è che bisognava difendere la Brigata ben oltre la morte di Scieri", le sue parole.

Sul verdetto del gup. "Antico, a differenza di Romondia e Celentano – avevano commentato proprio i legali dei familiari di Lele – è stato assolto “per non essere stata raggiunta, oltre ogni ragionevole dubbio, la prova della sua partecipazione al fatto“. Riteniamo che non sia stato valutato correttamente il panorama probatorio". Altro aspetto riconosciuto "è il clima di nonnismo dato per assodato. Il gup dà atto della responsabilità dei vertici per non essere stati in grado di arginare quel fenomeno. Tant’è che si sottolinea che Celentano aveva chiesto più volte la rimozione dei vertici. E alcune rimozioni erano state fissate già prima della morte di Emanuele". Che "fu un atto violento di terzi era venuto fuori già dall’autopsia di Papi e Bargagna che trovarono ferite incompatibili da caduta. Ribadito nella nuova sentenza. Un passo avanti". Le difese avevano invece sposato la sentenza di primo grado. "Il giudice ha condiviso pienamente le argomentazioni difensive le quali erano coerenti rispetto agli elementi probatori negli atti". A ottobre il caso sarà trattato alla Corte di appello di Firenze.