"Protestiamo per ridare dignità e valore al nostro lavoro. Non siamo più disposti ad accettare le aggressioni, il mancato rispetto dei contratti e dei piani di assunzione, i bassi stipendi e il dover rinunciare al riposo per garantire i servizi. La politica, insieme, disegni un nuovo futuro del Servizio sanitario nazionale". Oggi la sanità farà sciopero. È la decisione dei sindacati Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up (aderenti anche Sicambiacon, Cobas Pi, Anmi Assomed Sivemp Fpm, Fedir e Coina) che hanno indetto una protesta del personale infermieristico e sanitario.
Lo sciopero potrebbe comportare dei disagi nell’erogazione dei servizi sanitari e amministrativi delle aziende sanitarie a livello sia territoriale che ospedaliero. Saranno comunque garantiti tutti i servizi minimi essenziali previsti per il settore della sanità e sarà data priorità alle emergenze e alla cura dei malati più gravi e non dimissibili. I servizi minimi sono: Pronto soccorso e servizi afferenti legati a problematiche non-differibili della salute dei cittadini ricoverati, servizi di assistenza domiciliare, attività di prevenzione urgente, vigilanza veterinaria, attività di protezione civile, attività connesse funzionalità centrali termoidrauliche e impianti tecnologici. "Dinanzi allo stato in cui oggi versa non solo il Ssn ma anche la professione e lo status del personale sanitario - si legge nella nota congiunta di Anaao Assomed e di Nursing Up -, è inevitabile dover alzare la voce e pretendere di essere ascoltati, perché è da noi che dipende la tutela della salute dei cittadini che senza di noi è a rischio. Non sono solo i finanziamenti insufficienti per la sanità a spingerci ad incrociare le braccia, non è solo il mancato rispetto dei contratti, o l’assenza di un piano straordinario di assunzioni, o la mancata defiscalizzazione delle nostre indennità di specificità a farci scendere in piazza; quello che noi chiediamo, oltre a tutto questo, è ridare dignità e valore al nostro lavoro".
"Nessuno vuole più lavorare sapendo di rischiare quotidianamente una denuncia, un insulto, un calcio o una manganellata. Nessuno è più disposto a rinunciare a ferie, riposi, malattie per garantire i servizi. Nessuno intende più lavorare in un’emergenza ormai cronica, la cui fine neanche si intravede. Protestiamo allora – proseguono i sindacati - per avere un giusto riconoscimento per le nostre professioni, anche economico. Dunque la nostra richiesta alla politica, maggioranza e opposizione, è lavorare insieme per disegnare il Servizio Sanitario Nazionale del futuro, partendo da una visione e da una prospettiva a lungo termine che oggi è del tutto assente".
Mar.Fer.