REDAZIONE PISA

Scontro tra ambientalisti e presidente del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli sulla base militare

Ambientalisti raccolgono firme contro la maxi base militare a Pisa, chiedendo le dimissioni di Lorenzo Bani, presidente del Parco.

Ambientalisti contro il presidente del parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. E viceversa. In un botta e risposta serrato che vede come “casus belli“ la maxi base militare (da circa 130-140 ettari) che il governo vuol costruire a Pisa, nell’area ex Cisam (il centro interforze studi e applicazioni militari della Marina) e in parte a Pontedera, per concentrarvi i reparti speciali dei carabinieri.

Ottomila le firme raccolte dal Movimento No base e da una cordata di associazioni ambientaliste della provincia di Pisa, della Versilia e toscane per chiedere le dimissioni del presidente del Parco, Lorenzo Bani, e dire no alla realizzazione della maxi base militare entro i confini dell’area protetta, con la distruzione di 90 ettari di area boscata protetta.

"La necessità e l’urgenza della bonifica dell’ex reattore nucleare, per mettere definitivamente in sicurezza l’area e restituirla decontaminata al Parco – sottolineano gli ambientalisti – e i relativi stanziamenti, non possono essere usati come un ricatto morale per accettare la devastazione del territori."

"Chi ha proposto di costruire la base nel Parco, che prevede tra le altre, l’abbattimento di migliaia di alberi - afferma il movimento composto da una galassia di sigle ambientaliste e della sinistra - deve dimettersi! Sappiamo bene come Bani rappresenti la punta dell’iceberg di una classe politica indirizzata trasversalmente a soffiare sui venti di guerra e sulla militarizzazione dei territori come volano economico".

La replica del presidente del parco regionale è concomitante con il via libera della giunta regionale al Piano integrato dell’area protetta che "perfettamente allineato alla legge regionale 65 sul governo del territorio in ogni parte del Parco, prevede la possibilità di renderlo sempre più aperto e fruibile coniugando questi aspetti con la tutela della biodiversità e lo sviluppo e l’introduzione per le aree contigue di ben sette livelli di prescrizione, a tutela crescente per l’ambiente".

Bani respinge le accuse e ricorda che il documento appena approvato "mette a sistema una serie di indicazioni che prima non c’erano". "Stando all’intesa raggiunta dal tavolo interistituzionale – aggiunge Bani – il progetto della base militare sarà a consumo di suolo zero dentro i perimetri dell’area protetta: il precedente Piano non indicava i volumi del Cresam, reattore nucleare compreso, ma indicava quelle superfici sostanzialmente come area boscata, il nuovo piano integrato invece indica il Cisam per quello che è: un’infrastruttura militare per la quale servirà un nuovo progetto da sottoporre alla conferenza dei servizi".