
I resti dell'accampamento neolitico nell'area di Hayy Al-Sarh
Pisa, 25 marzo 2025 - Grazie a una campagna di scavi avviata nel 2024 nell’area di Hayy Al-Sarh, nei pressi della città di Rustaq in Oman, sono emersi i resti di un accampamento neolitico risalente al 3600-3400 a.C., portati alla luce nell’ambito del progetto internazionale PrehistOman. Il progetto, diretto da Niccolò Mazzucco dell'Università di Pisa, in co-direzione con Khaled Douglas e Nasser Al-Jahwari della Sultan Qaboos University, si svolge con l'approvazione del Ministero del Patrimonio e del Turismo dell'Oman e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. La missione ha l'obiettivo di studiare l'occupazione preistorica delle aree interne dell'Oman, ancora oggi poco conosciute. La maggior parte delle evidenze relative alle popolazioni di cacciatori-raccoglitori-pescatori proviene infatti da scavi effettuati lungo la costa, nell'area dell'attuale capitale, Muscat, e dello Ja'lan.
<< span=""> Nel sito di Hayy Al-Sarh è stata aperta un'area totale di circa 60 mq, individuando uno strato archeologico con resti di un accampamento risalente alla fine del Neolitico. Particolarmente importante è il ritrovamento di una struttura abitativa, una capanna pseudo-circolare, probabilmente costruita con un'intelaiatura in legno, di cui rimangono le buche di palo, e poi ricoperta di frasche. Si tratta di un’abitazione molto simile agli esempi trovati sulla costa nell'area di Ras Al Hamra. Attorno sono state scoperte varie aree di combustione e strutture per il fuoco, oltre a una zona destinata alla scheggiatura e alla produzione litica, con la presenza di caratteristiche punte di freccia a ritocco bifacciale. “Il rinvenimento di una struttura archeologica in un contesto stratigrafico è un evento molto raro in Oman, dove la maggior parte delle testimonianze preistoriche è documentata in superficie, attraverso resti di strutture spesso poco conservate e dispersioni di manufatti – commenta il professor Mazzucco – La buona conservazione del sito in stratigrafia ha permesso di raccogliere un numero maggiore di campioni per le analisi bioarcheologiche e paleoambientali, oltre a datare la struttura tramite la tecnica del radiocarbonio al 3600-3400 a.C. L'accampamento doveva trovarsi in prossimità di una zona umida a carattere stagionale, come indicato dalle indagini polliniche e geomorfologiche preliminari”. Sulla base delle materie prime rinvenute e scheggiate sul sito, nonché degli ornamenti in conchiglia presenti, sembra che il gruppo umano che occupò Hayy Al-Sarh si spostasse su un'ampia area, dalla costa fino alla catena montuosa dell'Al Hajar, spingendosi fino all'area dell'attuale città di Bisya, per distanze in linea d'aria superiori ai 150 km. Le ricerche future mirano a completare lo scavo dell'accampamento e a individuare nuove strutture antropiche nel sito, probabilmente molto esteso e con ampie zone ancora da esplorare.<<>