Sds pisana. Bilancio in rosso per 1,6 milioni: "Ma niente tagli"

La presidentessa Giulia Guainai assicura: "Aumento di capitali? I Comuni non si sottrarranno".

Sds pisana. Bilancio in rosso per 1,6 milioni: "Ma niente tagli"

Alcuni pazienti a colloquio con un medico in un ambulatorio (foto d’archivio)

È stato approvato il bilancio d’esercizio 2023 della Società della Salute della Zona Pisana, che si è chiuso con 31,7 milioni di ricavi e 33,2 milioni di costi, registrando quindi una perdita di 1 milione e 647 mila euro. Il via libera è arrivato durante l’assemblea dei soci di mercoledì, con il voto favorevole dell’Azienda Usl Nord Ovest e di tutti i Comuni soci, ad eccezione di Pisa, che non ha partecipato al voto. Assenza seguita all’annuncio, non senza polemiche, del sindaco di Pisa Michele Conti, di voler ritirare il capoluogo dalla società.

I soci hanno condiviso l’indicazione della direttrice generale dell’Ausl, Maria Letizia Casani, di arrivare quanto prima alla definizione di un piano di rientro. Nel dettaglio, la Società della Salute ha spiegato che quasi la metà del disavanzo, pari a 728 mila euro, deriva dall’iscrizione di diversi crediti nella voce "Accantonamento per altri rischi", per i quali si valuteranno tutte le possibili soluzioni per la riscossione. La restante parte della perdita, pari a 918 mila euro, è attribuibile all’aumento dei costi di funzionamento e di erogazione dei servizi, necessari per evitare il taglio dei servizi essenziali rivolti alle fasce più fragili della popolazione: anziani, minori, persone con disabilità, famiglie vulnerabili e altri soggetti in difficoltà.

"Le azioni correttive da intraprendere – ha dichiarato la neoeletta presidente della SdS Zona Pisana, Giulia Guainai – non possono prescindere da un’analisi dettagliata delle perdite e da un rafforzamento degli strumenti di gestione e controllo. In particolare – ha spiegato – è necessario riflettere sull’ottimizzazione dei modelli gestionali e dei sistemi di erogazione dei servizi, per una migliore distribuzione delle risorse e un corretto equilibrio. Se sommiamo i tre maggiori trasferimenti che i Comuni fanno alla SdS, si supera ampiamente la quota pro capite di 45 euro, che in alcuni casi è superiore a quella di altre Società della Salute". "Una volta attivati tutti i correttivi necessari – conclude una nota della giunta esecutiva – i Comuni non si sottrarranno, se necessario, a un ulteriore aumento della quota capitaria, perché non siamo disposti a penalizzare i servizi per i cittadini".