Se la carne scappa, c’è il sugo «finto»

Un piatto delle nostre nonne

Sugo scappato: il disegno è a cura di Michele Bulzomì

Sugo scappato: il disegno è a cura di Michele Bulzomì

Pisa, 6 luglio 2024 – Poco costoso e molto saporito. Se si ha un orto, il sugo “scappato”, come lo chiamavano le nostre nonne, o “finto” perché la carne non c’è, è perfetto. Porta in tavola tutto il buono della terra. Le carote (2), il sedano (due costole), la cipolla media, 2 foglioline di salvia, due spicchi di aglio, vanno tritati con la mezzaluna, attrezzo appunto di altri tempi. Dopo aver fatto soffriggere questo battuto con un po’ di olio, bisogna aggiungere il pomodoro. E mia mamma - è sua la ricetta che mi ha accompagnato nell’infanzia - mette il concentrato. Ci sono marche che contengono solo pomodoro e sale e niente altro. Ma si può fare, anche questo, in casa: ci vuole un po’ di tempo, qualche ora, perché il pomodoro deve addensarsi. Ultimo ingrediente, un mezzo

bicchiere di vino rosso. Dopo averlo aggiustato di sale e fatto ritirare, questo sugo è perfetto per la pasta corta o lunga. Se è troppo concentrato, allungatelo con un pochino di acqua. Se avanza - suggerisce mia mamma - è buonissimo come base per insaporire le patate.