"Senza coscienza né conoscenza". Il ‘padre’ del primo piano del Parco tuona e chiede le dimissioni di Bani

Accorato intervento dell’urbanista Cevellati all’assemblea della Leopolda: "Forse non immagina il danno che ne deriverà". In platea, tra i tanti, l’assessora regionale Nardini e gli ex sindaci Filippeschi e Fontanelli.

"Chiedo le dimissioni del presidente del parco Lorenzo Bani perché la sua presidenza è senza coscienza e senza conoscenza". Così Pier Luigi Cervellati, architetto, urbanista e "padre" del primo Piano del parco di San Rossore nel 1989. "A Pisa se viene costruita la caserma nel Parco si tumula la civiltà, si archivia la costituzione, la città diventa emblema dell’involuzione del Paese": queste frasi appartengono invece, a Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università di Siena. Entrambi hanno parlato (in video) all’incontro contro la base dei carabinieri al Cisam, organizzato da una decina di associazioni ambientaliste in una Leopolda strapiena di persone. Riprende Cervellati: "Non c’è coscienza, non c’è consapevolezza del danno che si infligge con l’abbattimento di 10mila alberi. C’è solo un’immissione compulsiva di cemento come avvenuto in Emilia Romagna devastata dalle alluvioni. Non vi è coscienza e non vi è nel presidente del parco che forse non immagina il danno. Vede, presidente, il parco è nelle opere di Puccini, il parco è negli scatti degli Alinari e di altri artisti che hanno assorbito il Parco e lo hanno messo nelle loro opere. Ci vuole coscienza e conoscenza. Il parco da sempre è appetibile per le speculazioni di vario tipo ma il presidente Giacinto Nuti ha resistito. Si abbattono 10imila alberi, ma lei presidente ha idea di quanti siano? Una volta abbattuti, per far spazio alla caserma, cosa si farà? Un bel residence di lusso per gli emiri?".

Montanari rincara la dose: "Viviamo in un momento in cui anche un fuscello dovrebbe essere tutelato. E qui, a Pisa, in un Parco che si vuole fare? Si abbattono minimo 10mila alberi per fare spazio a che? Ad armi. Quindi: no alberi, sì armi. L’idea è semplicemente terrificante. I parchi sono luoghi di pace, dove l’uomo è in pace, dove non c’è competizione tra uomo ed uomo, dove non c’è ostilità; c’è l’uomo come essere in armonia con l’ambiente. La costituzione di un parco è un processo di civiltà, con la caserma nel parco si archivia un processo di civiltà, si archivia la costituzione". Tra i relatori ed organizzatori, c’era Pierluigi d’Amico di Città ecologica che nel suo intervento molto applaudito, ha detto: "135 campi di calcio. Questa tradotta è la superficie della caserma. Sono 130 ettari. In Italia, ci sono nove città che fanno Comune ma hanno una superficie inferiore. Non è la base dei carabinieri, è la città dei carabinieri e per questa città, si abbatteranno dai 9mila ai 18mila alberi. E non parlateci di compensazioni perché sono immorali e sono millanterie". Nella platea gremita, anche gli ex sindaci di Pisa, Paolo Fontanelli e Marco Filippeschi, l’ex presidente del parco Giancarlo Lunardi, il sindaco di Vecchiano e presidente della Provincia Massimiliano Angori, la presidente del consiglio cittadino sulle pari opportunità Silvia Silvestri e l’assessora regionale Alessandra Nardini. "Sono qui per coerenza con la petizione che ho firmato", dice. La petizione è contro la base ed è sulla piattaforma change.org, e va cercato: no alla base dei carabinieri nel Parco Msrm.

Carlo Venturini