REDAZIONE PISA

Sesso con la figlia, condannato

Sei anni di reclusione al padre 56enne ritenuto colpevole di aver abusato della bambina da quando ne aveva 5

di Carlo Baroni

PISA

Dopo la confessione alla mamma e alla nonna, la ragazzina, che nel frattempo aveva compiuto 17 anni, "cristallizzò" il racconto di quei momenti "proibiti" insieme al padre, in sede di incidente probatorio (acquisizione anticipata della prova). Davanti al giudice aveva raccontato di quelle carezze che un giorno diventarono qualcosa di diverso da quelle che solitamente arriva da un genitore, e che più che affetto nascondevano ricerca di un "piacere" in grado di violare e segnare come graffi sul cuore l’infanzia di una bambina di appena 5 anni. Sarebbe stato quello l’inizio di una storia dolorosa durata anni.

L’uomo, infatti, non si sarebbe fermato lì, a quelle carezze, anche perché l’arco temporale scandagliato dalle indagini è ampio e abbraccia sette anni (si va dal 2007 al 2014): il padre, nel tempo, stando alle accuse avrebbe indotto la figlia a masturbarlo fino al punto di praticargli rapporti orali. Tutto venne fuori dopo la separazione dei genitori e fu la madre a presentare la querela alla polizia che innescò le indagini. Tuttavia il padre della bambina, successivamente, alla ex moglie, avrebbe confessato – una volta emersi i sospetti e partite le carte bollate – i suoi errori gravissimi, senza cercare scuse o giustificazioni. E quella sorta di confessione, si apprende, è agli atti del processo che è stato celebrato ieri con rito abbreviato davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Pietro Murano.

All’esito della discussione il pubblico ministero Sisto Restuccia, che ha coordinato tutta la delicata indagine, ha chiesto sei anni di reclusione. E sei anni è stata la decisione del giudice per quest’uomo, oggi, 56enne, che vive e lavora nel Pisano, e che in questa vicenda è assistito dall’avvocato Thomas Vignoli. Il legale, una volta che avrà letto le motivazioni della sentenza, farà le opportune valutazioni in vista del processo d’appello che appare scontato. Madre e figlia erano costituite parti civili. Il giudice ha rimandato alla sede civile per le richieste risarcitorie.