ANTONIA CASINI
Cronaca

Delitto Capovani, Seung ammette l’aggressione: "E’ capace di intendere e volere"

Durante le visite in carcere, per la prima volta dall’arresto, avrebbe parlato ai periti del fatto

Gianluca Paul Seung arriva in tribunale per il processo sull'omicidio Capovani  (foto Enrico Mattia Del Punta)

Gianluca Paul Seung arriva in tribunale per il processo sull'omicidio Capovani (foto Enrico Mattia Del Punta)

Pisa, 21 agosto 2024 – Per la prima volta da quando è stato arrestato, avrebbe ammesso ai periti di aver "aggredito" la dottoressa Capovani. E’ quanto emerge in questi giorni in cui è stata depositata l’integrazione di perizia svolta su Gianluca Paul Seung, imputato nel processo per il delitto della dottoressa pisana Barbara Capovani ad aprile 2023. Parole che non valgono legalmente come una confessione, ma che di sicuro peseranno sul processo in corso davanti alla Corte d’assise di Pisa. In aula il 36enne di Torre del Lago ha rinunciato a comparire durante l’ultima udienza. In precedenza aveva annunciato di voler rendere spontanee dichiarazioni, ma ci ha ripensato, salvo poi fermarsi con i giornalisti all’ingresso in tribunale per fare una serie di affermazioni sempre contro la psichiatra pisana e la sua famiglia.

I consulenti dei giudici, i professori Stefano Ferracuti e Renato Ariatti, nel documento depositato da poco avrebbero ribadito la loro conclusione sullo stato dell’imputato considerato: "Capace di intendere e volere" e quindi "imputabile", stesso responso a cui era arrivato il professor Rolando Paterniti, consulente della sostituta procuratrice Lydia Pagnini. I primi due saranno sentiti durante la prossima udienza, il 18 settembre: la prima perizia era stata svolta solo sulle carte, dato che l’imputato si era rifiutato di farsi visitare. Poi, però, ha cambiato idea e ha accettato le visite dei professionisti.

«Non abbiamo ancora avuto modo di leggere l’integrazione della perizia – commenta uno dei suoi legali, l’avvocato Gabriele Parrini che difende Seung con il collega Andrea Pieri – In questi mesi il nostro assistito è stato sottoposto anche a test psichiatrici. Stavolta è entrato nel merito della vicenda". Seung avrebbe parlato ai periti anche del movente. In aula il professor Paterniti aveva spiegato che il 36enne sarebbe stato mosso da vendetta perché fu proprio la dottoressa Capovani a fare la diagnosi di "disturbo di personalità" e per un giorno a contenerlo a letto, quando fu ricoverato nel suo reparto che allora (era il 2029) ancora non dirigeva. Temeva che "sarebbe potuto tornare a importunare giovani pazienti".