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Seung e la sentenza: "Sapeva che rischiava. Era conscio dell’ergastolo"

La difesa aspetterà le motivazioni della sentenza per poi presentare l’appello. Ma prima il 36enne ha procedimenti nelle altre città della Toscana.

Gianluca Paul Seung, omicidio Capovani, tribunale di Pisa (foto di: ENRICO MATTIA DEL PUNTA)

Gianluca Paul Seung, omicidio Capovani, tribunale di Pisa (foto di: ENRICO MATTIA DEL PUNTA)

Pisa, 7 novembre – Seung era "consapevole" del rischio che avrebbe corso. L’avvocato Andrea Pieri è andato a trovare il suo assistito in carcere appena una settimana dopo la lettura della sentenza di primo grado. La Corte d’assise ha condannato all’ergastolo il 36enne di Torre del Lago che ha confessato l’omicidio della dottoressa Barbara Capovani. Era il 21 aprile del 2023 quando - lo ha raccontato lui stesso in aula durante le spontanee dichiarazioni - andò al Santa Chiara con l’intento di "sfregiare" la psichiatra. Poi, però - secondo quanto ricostruito dall’imputato - la presenza e le urla della signora addetta alle pulizie lo distrassero in qualche modo e lui "colpì più forte".

"Sia in sede di perizia che di integrazione – aggiunge l’avvocato Pieri – ha sempre voluto risultare capace di intendere e sapeva a che cosa andava incontro a livello processuale".

Dopo una breve camera di consiglio (poco più di due ore), nel tribunale di Pisa, i giudici togati e non avevano condannato il giovane che sui social si definiva "lo sciamano" anche a risarcire la famiglia per un milione e 670mila euro. Una cifra simbolica che "i suoi cari non riceveranno mai". 90 i giorni richiesti per le motivazioni. Lette le quali i suoi difensori, oltre all’avvocato Pieri, anche il collega Gabriele Parrini, hanno già annunciato che faranno appello. Perché - il senso della loro arringa - non doveva essere lì quel giorno (il 21 aprile, ndr).

Nel frattempo, però, Seung sarà sotto processo per altri reati in altre città della Toscana. Il 25 novembre cominceranno le operazioni per la nuova perizia disposta dal giudice di Massa nel carcere di Livorno. Ha infatti un altro procedimento per lesioni a una guardia giurata, un vigilante che è stato sentito nei giorni scorsi. Ha ricostruito l’episodio in aula, che accadde ad agosto del 2022. Per questo caso, è stata disposta, appunto, una nuova perizia. Il perito sarà ascoltato a gennaio. L’incarico è stato assunto a fine ottobre.

A Lucca, invece, è stato prosciolto per "incapacità totale" il giorno dopo il verdetto di ergastolo.

"Era stato giudicato già un anno prima incapace e fu lasciato solo a se stesso – avevano detto i suoi difensori – Una vittima anche lui in qualche modo. È stato un anno e mezzo da solo ai domiciliari", "io – aveva affermato Parrini – avevo chiesto che fosse accolto da qualche struttura".

An. Cas.