Seung in carcere a vita. Confessione e sentenza: "Non volevo ucciderla ma solo sfregiarla"

L’imputato: "Le urla dell’addetta alle pulizie mi hanno fatto colpire più forte". La pm, "una furia, lui si è vendicato, era premeditato. Nessun vizio di mente".

Seung in carcere a vita. Confessione e sentenza: "Non volevo ucciderla ma solo sfregiarla"

di Antonia Casini

"Una vendetta covata per quattro anni". La sostituta procuratrice Lydia Pagnini ripercorre punto dopo punto un omicidio seguito in tutta Italia. Per poi concludere per Gianluca Paul Seung, il 36enne di Torre del Lago ieri in aula, con la richiesta di ergastolo, accolta dalla corte d’assise (presidente Zucconi, a latere Vatrano). Il giovane in mattinata aveva confessato di aver aggredito la dottoressa Barbara Capovani con l’obiettivo di "smuovere le acque" e far indagare "sui traffici di organi", teoria ricorrente nelle sue esternazioni, come scriviamo anche nelle pagine nazionali. Lo "sciamano", così si definiva sui social, parla per quasi un’ora (senza mai pentirsi) rivolgendosi ai giudici - e chiamando il presidente per nome di battesimo, "Giovanni" - e ai giornalisti. "Visto che le mie segnalazioni non avevano effetto, sono andato davanti all’ospedale per sfregiarla. Non volevo ucciderla. Gianluca significa colui che dona la luce. Quando l’ho aggredita volevo portare luce non sangue". Poi continua rovesciando parole in aula. "Io non l’ho fatto perché sono cattivo o matto. I detenuti mi dicevano di fingere perché avrei avuto uno sconto di pena. Ma ho sbagliato traiettoria, perché la signora delle pulizie ha gridato e io l’ho colpita più forte per fare prima e andarmene". "Una furia", ribatte la pm. "L’osso è stato pestato come in un mortaio" "E’ stato un omicidio preterintenzionale, ha insistito il 36enne. "Ritenevo che fermando Capovani avrei fermato gli omicidi". Quindi parla della mancata audizione di un detenuto che avrebbe, a suo dire, confermato alcune sue teorie. "E’ come fare una pizzata senza la pizza".

Per prima è stata la nuova procuratrice, Teresa Angela Camelio, ricostruire. "Le ferite inferte sono talmente gravi che alle 5 del 23 aprile, la dottoressa viene dichiarata morta e inizia l’espianto degli organi, l’ultimo atto di generosità della donna. Questo non è stato un femminicidio, l’aggressore ha scelto la vittima, un simbolo".

E’ la sostituta Pagnini a ripercorrere il perché Seung sia tornato dopo 4 anni. Nel 2019 era stato ricoverato nell’Spdc, la psichiatria territoriale dove Barbara lavorava e che avrebbe poi diretto ("ruolo che non meritava", afferma il 36enne). In ospedale, a novembre, "ebbe un interesse morboso" per una paziente minorenne fragile. "Lui era stato condannato per violenza sessuale" e la dottoressa, "morta per aver fatto il suo dovere e averlo fatto bene, lo contenne al letto". Proprio per evitare problemi alla giovane. "Il 3 dicembre Capovani scrisse che lui gliel’avrebbe fatta pagare". "E’ stato un delitto premeditato e non c’è alcun vizio di mente nell’imputato". "Prima del ricovero Seung non sapeva manco chi fosse la dottoressa. Lui ce l’aveva con lei non perché era una psichiatra ma perché era la psichiatra". Quindi la richiesta: per il reato di resistenza, una pena superiore ai 5 anni, era recidivo. Per il resto, l’ergastolo con l’isolamento diurno per 18 mesi. Una richiesta accolta quasi in toto dalla corte.