di Antonia Casini
Gianluca Paul Seung non c’è in aula, ma ci sono le sue 18 pagine scritte a mano direttamente dal carcere dove è detenuto e spedite alla Corte d’assise. Sono state messe agli atti le parole dell’uomo che abita a Torre del Lago. E’ cominciato ieri il processo per l’omicidio della dottoressa Barbara Capovani. "Oggi il mio assistito non aveva possibilità di esporre le sue ragioni, essendo solo la prima tappa del procedimento, verrà quando sarà previsto il suo esame", spiega l’avvocato Gabriele Parrini che lo difende con la collega Alessia Ratti. Nella lunga memoria il 35enne, accusato di aver aggredito fuori dall’Spdc del Santa Chiara, il reparto che la professionista dirigeva, la psichiatra uccidendola con una sorta di bastone mai ritrovato, rifiuta sostanzialmente il processo "chiedendo di rinviarlo". Nella lunga missiva ci sono poi altre considerazioni legate al procedimento. In aula, ad assistere, la famiglia della dottoressa, tutelata dall’avvocato Stefano Del Corso, la madre e i due figli, Alice e Piergiorgio Nappini. Ascoltano in silenzio per tutto il tempo, con dolore e sempre un grande rispetto di tutte le componenti. Rappresentati anche il compagno Michele Bellandi e l’altra figlia minore.
Il pomeriggio si apre con il giuramento (di imparzialità) dei giudici popolari e l’incompatibilità di uno di loro che conosceva personalmente la dottoressa. Poi la difesa parla della richiesta di integrazione della perizia psichiatrica. "E’ monca quella effettuata in sede di incidente probatorio", aggiunge Parrini. "Manca il nesso tra le patologie riscontrate e il reato contestato". "Non è monca, l’imputato si è rifiutato di sottoporsi alle visite", ribatte la parte civile. "Valuteremo nel corso del procedimento", la risposta dei giudici (presidente Zucconi, a latere Vatrano).
Costituitisi, come già annunciato, anche L’Ordine dei medici (il presidente Giuseppe Figlini) con gli avvocati Milvia Pasquinelli e Alessandro Niccoli, L’Asl Nord Ovest (dottoressa Casani) con Maria Fernanda Ventura e la Regione (Eugenio Giani) e l’avvocato Nicola Gentini. L’avvocato Ratti ha avanzato un’eccezione per la "carenza di legittimazione per Regione e ordine dei medici". Respinta dalla corte. "L’Ordine, per statuto, ha come compito la tutela dei suoi iscritti". "La Regione ha avuto riflessi negativi per i suoi servizi sanitari".
E’ stata poi avanzata la richiesta da parte di media locali e nazionali di poter riprendere le varie tappe di questo processo. Una modalità accolta dalla famiglia. Contraria la difesa "per evitare l’eccessiva spettacolarizzazione di questo processo". Su questo la Corte si è riservata.
Altro aspetto importante, come anticipato nei giorni scorsi, la lista testi sulla quale si sono scontrate le parti. La difesa ha chiesto di poter ascoltare 22 persone per capire le "abitudini di vita e lo stato di salute mentale di Seung". Motivazioni troppo generiche secondo le parti civili che contestano anche l’audizione di 13 detenuti: "La lista testimoniale deve essere legata a circostanze specifiche". "Sono testimoni sulla sua frequentazione della città di Pisa e medici indicati dallo stesso Seung, tra cui i dottori Fiorino e Pietrini", afferma Parrini. Sono stati ammessi i medici, due detenuti e un dipendente di una ditta.
Prossima udienza a gennaio, il 17 con la convocazione del perito che dovrà trascrivere le intercettazioni. Si terranno ogni terzo mercoledì del mese e saranno giornaliere, dalle 9.30 fino alle 18. Comincerà così il racconto di questa grande tragedia.