Ieri, si apprende, è arrivato il secondo no di Gianluca Paul Seung a sottoporsi alla perizia. Un rifiuto , si apprende, che il 35 enne avrebbe motivato "fin quando non emergerà la prova della sua colpevolezza", come spiega il consulente nominato dai suoi legali, il professor Alessandro Meluzzi.
Seung è il 35enne accusato accusato di aver massacrato e ucciso la dottoressa Barbara Capovani sotto al reparto che dirigeva, la psichiatria territoriale del Santa Chiara (indagini coordinate dal pm Lydia Pagnini). Una decisione che il 35enne originario di Torre del Lago al momento non sarebbe intenzionato a rivedere. Anche in ragione del fatto che su di lui c’è comunque ampia documentazione raccolta durante i ricoveri. A questi punti per non interrompere le operazioni è probabile che si proceda "sulle carte già esistenti su Seung, la sua storia, le cartelle cliniche". I consulenti stenderanno una relazione sull’esito dell’incontro che sarà inviato alla dottoressa Nunzia Castellano, il gip che deciderà come procedere. Durante l’incontro di ieri Seung avrebbe spiegato il suo punto di vista, chiedendo anche che prima di tutto venga provato "il collegamento tra la sua persona ed il fatto in contestazione". Anche tramite accertamenti sul dna. Paul Seung è assistito dagli avvocati Andrea Pieri e Gabriele Parrini. Per le operazioni peritali, oltre al criminologo, volto noto della tv, nominato dalla difesa, la Procura ha affidato l’incarico a Rolando Paterniti, la stessa giudice a Renato Ariatti e Stefano Ferracuti, la famiglia, invece, con l’avvocato Stefano Del Corso, ad Angelo Fioritti.
La perizia è finalizzata ad accertare la sua capacità processuale (cioè di stare in giudizio), quella di intendere e volere al momento dei fatti e la pericolosità sociale. Erano già stati stabiliti appunto due incontri, e si sono tenuti entrambi registrando il rifiuto del 35enne a partecipare attivamente alle operazioni.
Carlo Baroni