di Gabriele MasieroPISAUn monito e un applauso in segno di solidarietà per Liliana Segre, vittima anche in questi giorni di feroci attacchi. Il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo apre il suo intervento nella seduta solenne celebrata ieri nel Polo della Memoria San Rossore 1938, in occasione del Giorno della memoria, con gli studenti universitari, del conservatorio Mascagni di Livorno e di alcune classi delle scuole medie cittadine, perché "è compito delle istituzioni non restare indifferenti, ora che tanti testimoni non ci sono più". Poi Mazzeo ha ricordato che "le atrocità in Ucraina, in Palestina e in tante altre guerre ci invitano a coltivare la memoria e agli studenti dico di non essere mai indifferenti".
Il rettore Riccardo Zucchi, medico di formazione, ha sottolineato "che la memoria è un dato fondamentale e non esistono funzioni cognitive e coscienza senza memoria". Infine, secondo il presidente della Regione, Eugenio Giani, "la Shoah è stato il punto più basso della civiltà e dell’umanità". Ma il cuore della giornata è stato l’intervento di Gad Lerner che non ha risparmiato critiche al governo di Israele e ha scelto di iniziare la prolusione con quella che ha definito la "parola proibita: Gaza". "Questa celebrazione - ha aggiunto - arriva in un momento molto tormentato, basti pensare che il Capo del Governo di Israele non parteciperà alla cerimonia che si tiene ad Auschwitz, in quanto inseguito da un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità e la sensazione è pesante, come se gli ebrei avessero esaurito il credito concesso a suo tempo come popolo vittima della Shoah". Lerner ha poi sottolineato che "il ricordo non è solo l’omaggio alle milioni di vittime delle camere a gas e dei forni crematori di Auschwitz ma deve guardare ai carnefici, per chiedersi come abbiano avuto consenso o magari indifferenza verso comportamenti di violenza inaudita: è questa la domanda scomoda che lo stesso Primo Levi si è posto nella sua vita e che chiede a noi di fare altrettanto, ovvero il problema della replicabilità, vedere come certi meccanismi di crudeltà di massa possano accadere di nuovo". Non ha risparmiato neppure critiche a Trump ("per la deportazione dei migranti incatenati mani e piedi") e al Governo Meloni, che "i migranti non li deporta ma li sbarca in Albania" prima di concludere rivolgendosi ai ragazzi: "Se può accadere di nuovo e dappertutto pur non essendo facile scandagliare questo abisso di malvagità che potrà coinvolgere noi stessi o i nostri figli, oggi dobbiamo esercitare un ruolo di sollecitazione critica nei confronti delle nuove fiammate di ostilità. Mi chiedo quanti italiani intendano non sapere".
Le accuse a Giorghia Meloni hanno fatto arrabbiare Fratelli d’Italia e Lega. Secondo i meloniani Diego Petrucci e Vittorio Fantozzi, "paragonare l’Olocausto, che è la vicenda più orribile della storia dell’umanità, all’attività del Governo italiano, riferendosi al centro per i migranti in Albania, oltre a essere la solita evidente propaganda della sinistra militante è pericoloso, a maggior ragione se fatto dentro una università e di fronte agli studenti delle scuole superiori". La consigliera del Carroccio, Elena Meini, invece, ha accusato Lerner di essere stato fuori luogo: "Non era il contesto per attaccare il Governo. Per carità, ognuno può avere le sue idee in merito, ma utilizzare una prolusione per fare propaganda politica, ci è apparso grave ed inopportuno".