Con il dato record di 1096 abbonamenti (tra rinnovi e nuove sottoscrizioni) - + 8,4% in più rispetto alla Campagna 2023-24 – il Teatro Verdi apre il sipario sulla nuova Stagione di Prosa (realizzata in collaborazione con FTS - Fondazione Toscana Spettacolo) che accompagnerà il pubblico da ora ad aprile 2025. Inaugura la Stagione, sabato 16 novembre alle 21 (replica domenica 17 ore 17), un grande classico della letteratura italiana e mondiale, Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello nel libero adattamento firmato da Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses. Questo titolo, esito di una coproduzione firmata Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana, United Artists e acclamato al suo debutto in prima nazionale nel mese di ottobre in Umbria, è prossimo al tutto esaurito per le due date pisane.
Geppy Gleieses, nel ruolo del protagonista, sarà affiancato sul palco da Marilù Prati. Con loro anche Nicola Di Pinto, Totò Onnis, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Ciro Capano, Teo Guardini, Francesco Cordella, Davide Montalbano, Francesca Iasi. Scenografia e luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Chiara Donato, le musiche di Andrea Rocca, i contributi video di Luca Condorelli.
La nuova Stagione di Prosa del Teatro Verdi è segnata dalla ripresa di una tradizione: gli incontri con le Compagnie prima delle messe in scena degli spettacoli. Quest’anno, la Fondazione Teatro di Pisa si avvale della collaborazione dell’Università di Pisa i cui docenti condurranno le Conversazioni in Teatro, un palinsesto di incontri e approfondimenti prima di ogni recita. Il primo, naturalmente dedicato al Fu Mattia Pascal, vedrà la partecipazione di Geppy Gleijeses assieme alla compagnia di attori e di Francesca Fedi, docente di Letteratura teatrale italiana: l’appuntamento è nel Ridotto del Teatro Verdi sabato 16 novembre alle 17.30 (ingresso libero fino a esaurimento posti). "Il fu Mattia Pascal – scrive Marco Tullio Giordana nelle sue note di regia - , pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così invadente da spazientire Nabokov che lo considerava "di una noia mortale".I