La modifica delle rotte di decollo degli aerei, avvenuta per le proteste dei cittadini dell’area delle Piagge e che ha suscitato le proteste dei residenti del centro storico fino a creare allarme per la salvaguardia del sito Unesco, produrrà una nuova modifica delle rotte. Bene ha fatto chi ha sollevato con forza il problema, ma ciò non può nascondere la verità che nessuno vuol dire, il problema di fondo del traffico aereo in generale e di avere un aeroporto in città in particolare". Lo afferma l’associazione ambientalista La Città ecologica, ricordando che "i trasporti sono responsabili per oltre un quarto delle emissioni che contribuiscono ai cambiamenti climatici e gli aerei sono il mezzo di trasporto più inquinante e in assoluto il meno sostenibile". Gli ambientalisti aggiungono, inoltre, che "particolarmente grave per la salute umana è anche l’esposizione al rumore della popolazione che vive nelle zone sorvolate soprattutto in fase di decollo ed atterraggio: si stima che circa 4,1 milioni di persone in Europa siano esposte al rumore al di sopra dell’indicatore di 55 db nell’arco delle 24 ore previsto dalla direttiva europea e l’Agenzia europea dell’ambiente stima che il rumore ambientale contribuisca a causare 48 mila nuovi casi di cardiopatie ischemiche l’anno, oltre a 12 mila decessi prematuri".
Insomma un quadro a tinte fosche che fa dire a La città ecologica che "anziché esaltarsi per il continuo aumento dei passeggeri e dei voli commerciali e porsi obiettivi insensati di ulteriori incrementi fino a 8 milioni di passeggeri/anno a Pisa occorrerebbe pensare agli effetti negativi che questi numeri nascondono: se si vuole una mobilità sostenibile, come per le auto, occorre puntare alla riduzione dei voli, posto anche che la ricerca di combustibili meno inquinanti procede lentamente e quindi deve essere chiaro che il traffico aereo non deve più essere incoraggiato".
E secondo l’associazione è possibile agire "anche a livello locale, e non solo a livello nazionale ed europeo, eliminando ogni insulso campanilismo e politiche di espansione degli aeroporti: quindi nessuna nuova pista a Firenze come a Pisa, nessun ampliamento degli aeroporti esistenti, ma occorre una riduzione dell’offerta di voli fissando un numero massimo giornaliero, vietando i voli notturni e i voli a corto raggio cioè verso destinazioni che possono e debbono essere servite da treni veloci". Per poi concludere che "gli investimenti previsti dal Masterplan di Toscana Aeroporti devono essere utilizzati solo per l’adeguamento degli spazi per i passeggeri e le opere e le azioni utili a contenere l’enorme impatto ambientale dell’aeroporto".