"Eravamo venuti a bussare alla sua porta, signor sindaco, e lei ce l’ha richiusa in faccia. Abbiamo notato il suo disinteresse e il suo fuggire. Ora ci incontri". Una riunione con il sindaco Michele Conti. È la richiesta che arriva dal gruppo "Genitori Attivisti Pisa" per l’assistenza specialistica dopo la bocciatura in consiglio comunale della mozione popolare che chiedeva l’aiuto del Comune di Pisa per favorire l’interlocuzione con Governo e Regione per trovare fondi e garantire il servizio.
I firmatari della mozione, respinta dalla maggioranza che ha visto rifiutati i suoi cinque emendamenti, hanno scritto una lettera indirizzata al primo cittadino "per incontrarsi e ricevere delle motivazioni valide". "Siamo genitori - è la lettera del gruppo ‘Genitori Attivisti Pisa’ -, cittadini pisani, caregivers familiari e le nostre vite non sono semplici. Lo Stato non ci garantisce i nostri diritti e siamo preoccupati per il futuro incerto dei nostri figli e per il dopo di noi, ma non siamo stupidi. Eravamo venuti a bussare alla sua porta, signor sindaco, e lei ce l’ha richiusa in faccia. Eravamo in aula, ed è stato difficile per noi lasciare qualche ora i nostri figli. Seguivamo in streaming da casa con i nostri figli con la febbre, eravamo nei corridoi dall’Asl aspettando che i nostri figli uscissero da terapia. E tutti abbiamo notato il suo disinteresse. Il suo fuggire".
La lettera prosegue dicendo che "il Consiglio comunale ci ha offerto uno spettacolo avvilente e inquietante. Abbiamo esposto le nostre esigenze e siamo rimasti schifati per come hanno voluto strumentalizzarle. Noi chiedevamo aiuto a tutti, indipendentemente dal partito politico, ma alle nostre richieste sono state anteposte ripicche e prese di posizione politiche, che nulla avevano a che fare con la legittimità e gravità delle richieste".
La nota dei genitori continua con una critica alla politica: "incapace di porsi in ascolto delle esigenze dei cittadini. Bocciando la mozione popolare hanno bocciato i nostri figli, i loro bisogni, negandoci la possibilità di dare loro voce, con una politica sorda e indifferente. Eppure la nostra battaglia coinvolge tutti: in una classe senza assistenti ne risente l’interezza degli studenti, docenti e genitori. A effetto domino. Non si può camuffare - conclude la lettera - una vicenda umana così urgente da ideologia politica: dobbiamo unirci e lottare perché se il caso diventa pubblico qualcosa si smuove". La richiesta è dunque "un incontro per ricevere delle motivazioni valide. Per contattarci: [email protected]".