MARIO FERRARI
Cronaca

Sicurezza in ospedale: "Tante promesse ma nulla è cambiato dopo la morte di Barbara"

Il presidente dell’ordine dei medici di Pisa Giuseppe Figlini "Il bottone è una goccia nel mare, servono presidi della polizia".

Sicurezza in ospedale: "Tante promesse ma nulla è cambiato dopo la morte di Barbara"

Il presidente dell’ordine dei medici di Pisa Giuseppe Figlini

Pisa, 27 agosto 2024 –  "Dopo l’omicidio di Barbara Capovani sono state fatte tante promesse, ma concretamente non è cambiato nulla. Serve una seria riorganizzazione dei pronto soccorso".

È schietto il presidente dell’Ordine dei medici di Pisa, Giuseppe Figlini (foto) parlando della sicurezza all’interno degli ospedali e della decisione della prefettura di Firenze di riorganizzare e potenziare i posti fissi di polizia. Figlini sottolinea infatti che in un modo o nell’altro bisogna agire perché ormai "le aggressioni agli operatori non si possono più sottostimare né tantomento tollerare". "C’è bisogno - dice il presidente - di più sicurezza e i presidi della polizia possono essere una soluzione. Non sto suggerendo di militarizzare gli ospedali ma almeno ripristinare gli uffici di polizia che c’erano un tempo, che potrebbero essere un buon deterrente. Abbiamo cercato soluzioni alternative come il ’bottone’ che richiama le guardie giurate ma, non coprendo tutte le ventiquattrore del giorno, è una goccia nel mare".

Figlini precisa però che anche qualora venisse rinforzata la sicurezza negli ospedali grazie ai posti fissi della polizia, il problema delle aggressioni non si risolverebbe del tutto perché manca una "riorganizzazione da cima a fondo dei pronto soccorso, aumentando tanto il personale quanto i posti letto". Il presidente dell’Ordine dei medici infatti sottolinea che la situazione è seria perché "dai primi anni 2000 a oggi, gli ambulatori sono stati letteralmente massacrati: i posti letto sono calati del 50% e contemporaneamente la popolazione è invecchiata, necessitando di maggiori cure. Rispetto agli altri Paesi europei, dove ci sono circa 5-6 posti ogni mille abitanti, in Italia abbiamo mediamente 3 letti ogni mille cittadini. Se si vuole realmente risolvere la situazione degli accessi ai pronto soccorso bisogna aumentare i posti letto, assumere più personale e rinforzare la sicurezza. In questo modo avremmo degli ambulatori dove i pazienti vengono seguiti e curati senza ansie o tempi lunghi, diminuendo l’eccessivo carico di lavoro per il personale e la frustrazione dei familiari, causa di aggressioni verbali e fisiche".

Il presidente dell’Ordine dei medici precisa però che sarebbe importante da parte delle persone che accedono all’ospedale ricordare sempre che "tutti gli operatori sanitari si impegnano giorno e notte per garantire un servizio fondamentale, l’idea stessa di aggredirli è vergognosa e, oltre a denotare una carenza di educazione, contribuisce a rendere le strutture di cura inospitali".

A dimostrazione di ciò, Figlini afferma che "sempre meno medici vogliono lavorare negli ambulatori e chi presta servizio vive spesso nella paura, denunciando soltanto nel 30-40% dei casi, ossia quelli più gravi". Poi conclude: "Purtroppo speravamo che, a seguito del terribile omicidio di Barbara Capovani, si smuovessero le coscienze della gente. Abbiamo sentito molte promesse e soluzioni a un problema serissimo, ma noto che non c’è stato concretamente un miglioramento nelle condizioni degli operatori sanitari".