MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Softinvaders contro i tumori. Microrobot made in Sant’Anna per penetrare nei tessuti malati

Il progetto, finanziato con un ERC Proof of Concept, coordinato da Stefano Palagi, associato di Bioingegneria all’istituto di Biorobotica.

Stefano Palagi, professore associato di bioingegneria dell’Istituto di biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa

Stefano Palagi, professore associato di bioingegneria dell’Istituto di biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa

di Mario Ferrari PISALa Scuola Sant’Anna sta sviluppando dei robot per aggredire i tumori dall’interno. Si chiamano Softinvaders e sono dei microrobot che mirano a penetrare all’interno di un tessuto tumorale per operarlo con tecniche di medicina mini-invasiva. Un ambizioso progetto pisano, fra i 15 italiani finanziati con 150mila euro dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) per avvicinare al mercato le ricerche più innovative, coordinato dal gruppo di ricerca di Stefano Palagi, professore associato di bioingegneria dell’Istituto di biorobotica della Sant’Anna.

Con Softinvaders, Palagi ha preso in mano le redini e i risultati del progetto Celloids - finanziato in passato dall’Erc in scadenza nel 2026, che ha sviluppato microrobot ultra-soffici e magnetici ispirati a cellule immunitarie che possono modificare la loro forma e sono capaci di muoversi in spazi molto ristretti e pieni di ostacoli -, e nei prossimi 18 mesi punterà a esplorarne le possibili applicazioni nella cura dei tumori. Nello specifico, grazie ai nuovi fondi europei, il gruppo di ricerca dell’ateneo pisano studierà il modo in cui i microrobot possono penetrare all’interno di un tessuto tumorale per attivare procedure mediche mini-invasive. I ricercatori si concentreranno su modelli di tumore di seno, pancreas, polmone, colon: grazie alla loro capacità di adattare la propria forma, i microrobot potrebbero raggiungere zone difficili del nostro corpo infilandosi nei minuscoli interstizi dei tessuti biologici.

"Nel progetto Celloids - sono le parole del professor Stefano Palagi - stiamo studiando come rendere i microrobot capaci di muoversi in ambienti con interstizi di dimensioni inferiori a quelle dei microrobot stessi, simulando il movimento nei tessuti corporei. Abbiamo recentemente dimostrato - continua il coordinatore del progetto della Scuola Sant’Anna- che microrobot ultra-soffici, il cui corpo si adatta all’ambiente esterno, possono muoversi in ambienti confinanti sotto l’azione di campi magnetici controllati".

Adesso, l’ambizione del progetto Softinvaders è quella di "sviluppare ulteriormente questi microrobot magnetici ultra-soffici per far sì che riescano a penetrare tumori solidi. Questo potrebbe portare - conclude Palagi - a un innovativo sistema di somministrazione localizzata di terapie anti-tumorali che ne aumenti l’efficacia e ne riduca drasticamente gli effetti collaterali".