MARIO FERRARI
Cronaca

Sos cassa integrazione. Pisa è undicesima. In aumento del 128,3%

Il report del Sole24Ore conferma la crisi di vari comparti del territorio dal settore moda al metalmeccanico: l’industria pisana in sofferenza.

Sos cassa integrazione. Pisa è undicesima. In aumento del 128,3%

Il report del Sole24Ore conferma la crisi di vari comparti del territorio dal settore moda al metalmeccanico: l’industria pisana in sofferenza.

Un risultato di cui c’è poco da vantarsi: nella provincia di Pisa la cassa integrazione (cig) è da record. Il nostro territorio infatti, secondo il report del Sole24Ore, è entrato nella top 15 italiana delle province dove più è aumentata la quantità di ore di cig autorizzate. Nel periodo preso in esame, che va da gennaio a settembre del 2024, Pisa ha infatti visto un aumento sugli stessi mesi dell’anno scorso del +128,3%, che corrisponde a oltre 3 milioni di ore (precisamente 3.042.436). Un risultato che pone la provincia undicesima in Italia per aumento del ricorso alla cassa integrazione, appena sotto ad Arezzo (+130,6%) e un gradino sopra a Prato (+128,1%). Nello specifico, durante il 2024 le imprese registrate del territorio pisano hanno richiesto una media di ore di cig pari a 72,3: praticamente tre giorni. Una situazione che in tutta Italia è in costante peggioramento, visto che a livello nazionale sono state autorizzate più di 350milioni di ore di ammortizzatori sociali, numero che corrisponde a quasi un quarto in più (il 23%) rispetto al 2023.

Maglia nera di tutto il Paese è il settore della moda, dove su base annua la cassa integrazione è aumentata per il comparto del cuoio del 139,4%, per l’abbigliamento +124,7% e il tessile +74,6%. E le ricadute, anche su Pisa, si sentono. La nostra provincia combatte da oltre un anno con la crisi del settore conciario che sembra irreversibile. Dario Campera, segretario confederale della Cisl Pisa ammette che quello del Cuoio "è un problema enorme per il quale serve una soluzione che non può essere la cassa integrazione. Non si può andare avanti con gli ammortizzatori sociali per salvaguardare i 6mila posti di lavoro a rischio nella nostra provincia. Va pensata - secondo Campera - una nuova politica industriale che possa immaginare un futuro sostenibile ed ecologico per questo settore". "Noi continueremo a mobilitarci - avverte Alessandro Gasparri, segretario della Cgil Pisa - finché non avremo risposte serie dal Governo e non questa legge di bilancio. Le aziende hanno ultimato i serbatoi e servono risorse per tutelare i settore del cuoio e delle automotive della Valdera che per Pisa rappresentano distretti economici importantissimi per Pil e occupazione". Parole alle quali fanno eco quelle del coordinatore della Uil Pisa Angelo Colombo: "Nella zona del Cuoio la situazione è gravissima e senza interventi più massicci di ristoro non regge questa situazione. Eppure non abbiamo ricevuto risposta per le nostre richieste".