Mario Ferrari
Cronaca

Sos medici d’urgenza. “Paura delle denunce e stipendi troppo bassi, si perdono i migliori”

Il rettore dell’Ateneo pisano Riccardo Zucchi sugli specializzandi: “Al pronto soccorso devono mettere in conto 2-3 denunce l’anno e le assicurazioni sono costosissime. Il sistema così non funziona”

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L’entrata del pronto soccorso di Pisa (foto Del Punta per Valtriani)

Pisa, 26 luglio 2024 – “Una vita impegnativa, denunce, assicurazioni costose e compensi bassi”. Sono questi i motivi per cui, secondo il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, c’è una carenza di specializzandi nei pronto soccorso. Un “problema strutturale” che in futuro rischia di paralizzare il primo accesso alle cure ospedaliere. “I giovani che si affacciano alla professione sanitaria non sono incentivati a scegliere una specializzazione in medicina delle emergenze e urgenze - afferma a La Nazione il rettore Zucchi -. Innanzitutto è una vita dura e complicata, con turni serrati e una quantità enorme di persone da gestire. In secondo luogo c’è una grande paura della responsabilità legale. Chiunque vada a lavorare al pronto soccorso, a ogni livello, deve infatti mettere in conto che riceverà 2-3 denunce all’anno per le quali non è coperto. Dunque - precisa - tutti i medici dell’emergenza devono fare assicurazioni private che comportano cifre veramente esose”.

Su questo tema, il rettore è netto nel dire che “non riusciremo mai a risolvere il problema della carenza di specializzandi in medicina d’urgenza se non cominciamo a incentivare, o almeno a non disincentivare, l’attività dei pronto soccorso, affrontando uno scoglio politico e culturale che affligge la società”. L’aumento delle denunce contro gli operatori sanitari è infatti in costante crescita: sono 300mila le cause per presunta colpa medica depositate nei tribunali, e oltre l’80% di esse finisce con l’assoluzione. Ciò però non ferma un fenomeno che continua a verificarsi con sempre maggior frequenza. “Stiamo andando - commenta amaramente il rettore - verso una struttura sociale che già si è sviluppata da anni negli Stati Uniti d’America, dove fuori dal pronto soccorso ci sono studi legali pronti a fare causa. Questo ha fatto aumentare esponenzialmente negli Usa le denunce e purtroppo noi siamo sulla stessa strada”. Serve secondo il rettore una “cultura di protezione nei confronti dei medici e, forse, degli incentivi economici”.

Il compenso è infatti forse il principale ostacolo che impedisce un reale interesse verso la medicina d’urgenza e uno dei motivi per cui, in generale, i giovani medici abbandonano l’Italia per l’estero. “Senza portare l’esempio di Kuwait o Emirati Arabi - fa presente Riccardo Zucchi - in Svizzera, Francia, Germania e Regno Unito gli specializzandi guadagnano dal triplo al quadruplo rispetto al nostro Paese. Anche se si vuole considerare il più alto costo della vita, noi non siamo competitivi”.

Una situazione molto seria per la quale il rettore dell’Università di Pisa avverte che “se il ‘sistema Italia’ non entra in un ordine di grandezza allineato agli standard degli altri Stati europei, rischiamo di perdere le nostre menti migliori. Ed è un peccato perché le università italiane investono su una formazione d’eccellenza per regalare gratuitamente giovani di altissimo spessore agli altri Paesi che li valorizzano e permettono loro di stabilizzarsi e mettere su famiglia. Questo - conclude - è il vero problema di cui tutto il ‘Sistema Italia’ si deve fare carico”.