PISA
Sono stati 250 i casi di Dengue in Italia registrati nei primi cinque mesi del 2024, circa sei volte in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Un trend che si conferma in costante aumento e che rende necessaria una maggiore attenzione alla diffusione delle arbovirosi, infezioni trasmesse da zanzare o altri insetti, motivo per cui la fondazione Pnrr Inf-Act ha erogato un finanziamento di 2,5 milioni di euro destinati allo studio di virus come Chikungunya, Dengue, Toscana, West Nile e Zika. A vincere il bando il progetto Genesis che sarà coordinato da Mauro Pistello, direttore dell’unità operativa di virologia dell’Aoup.
Qual è l’obiettivo del progetto?
"Studiare le modalità di trasmissione delle arbovirosi e la loro persistenza nell’organismo, aspetto ancora poco noto che potrebbe contribuire al mantenimento di questi virus nell’ambiente. Le infezioni possono trasmettersi anche per via verticale, quindi da mamma a figlio, oppure per via sessuale, e possono colpire anche gli animali. Sono tutti fattori che ne favoriscono la persistenza e rendono più difficile l’elaborazione di un vaccino". Qual è la situazione in Italia?
"Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento dei casi autoctoni, segno che i vettori di questi virus sono ormai presenti anche alle nostre latitudini. Non abbiamo più soltanto casi di importazione".
E questo da cosa dipende?
"L’aumento dell’incidenza non ènon è un caso, tra i fattori determinanti c’è senz’altro il cambiamento climatico che contribuisce ad ampliare i periodi di attività delle zanzare. Ci sono, inoltre, virus già endemici in Italia come il virus Toscana...".
Cos’è?
"Un arbovirus scoperto negli anni ‘70 in Maremma, di cui si è registrato negli ultimi anni un aumento dei casi e un allargamento dell’area di interesse. Può provocare encefaliti che possono avere effetti invalidanti, lasciando spossatezza e confusione anche dopo la guarigione, ma, per fortuna, non in tutti la malattia si sviluppa in forma grave. Cercheremo, dunque, di sviluppare test diagnostici più efficaci proprio per ‘predire’ l’evoluzione della malattia a seconda della risposta dell’organismo".
Come si può contenere il fenomeno?
"Innanzitutto bisogna fare le disinfestazioni e isolare i soggetti infetti. Il nostro contributo sarà quello di studiare i meccanismi per i quali alcuni soggetti sono più resistenti alle infezioni e altri meno, con l’intento di trovare nuove terapie o possibili vaccini".
Stefania Tavella