"Sostenete la cultura" Protesta silenziosa davanti al centro Sms

Gli operatori del settore pisano (musei, teatri e biblioteche) chiedono fondi e un progetto per il futuro della nostra città

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Protesta silenziosa davanti a uno dei simboli della cultura ("dimenticata") cittadina. Alcuni rappresentanti di "Mi riconosci sono un professionista dei beni culturali", Sinistra per e dei sindacati di base si sono riuniti alle Piagge di fronte alla biblioteca Sms. Una contestazione silenziosa fatta di cartelli e riflessioni. "Si inserisce all’interno della mobilitazione nazionale, portata avanti in dodici piazze in Italia, tra cui, a Firenze, agli Uffizi. Per rivendicare il ruolo della cultura completamente cancellato dall’emergenza pandemica - spiega Andrea Incorvaia, operatore museale – Oggi a Pisa è tutto aperto (con alcuni limiti di orari e di servizi, ndr) tranne i luoghi della cultura". "Siamo consci delle difficioltà del momento, ma chiediamo soluzioni", prosegue. E anche "una programmazione che possa andare oltre all’emergenza, investimenti e tutela dei lavoratori". Operatori museali, delle biblioteche, del teatro e studenti davanti a un simbolo pisano. "Quello del lassismo istituzione, una biblioteca che ha problemi storici. Un edificio importante per la storia della città che si è candidata a capitale della cultura ma che vede molte delle sue biblioteche in difficoltà, così come uno dei musei più belli, quello di San Matteo sul lungarno, da sempre poco promosso e valorizzato e scarsamente visitato se si considerano per le sue potenzialità. Il nostro vuole essere un ragionamento complessivo del ruolo della cultura negli ultimi 30 anni".

Insomma, i protestanti invocano "maggiore attenzione e risorse per i professionisti che lavorano nel mondo della cultura", così come indìdicato nei cartelli che tenevano in mano ieri mattina.

"Il virus della cultura", recitava uno. "Attenzione contagio-cultura", c’era scritto su un altro. "Le vie dello shopping in questi giorni sono molto trafficate, non è colpa dei cittadini, le persone fanno quello che le leggi consentono, mentre i luoghi del sapere sono deserti. Qualcosa non va. E, ovviamente, non è solo una questione locale. Anzi. Il problema è proprio centrale e la dice lunga sulla considerazione dei vari governi".

An. Cas.