Sotto la pioggia di missili: "Siamo subito scappati nel rifugio con i bimbi. Vita di paura a Tel Aviv"

Il pisano Elio Bedarida ha 52 anni e da dieci vive in Israele con moglie e figli "Situazione pesante, soffro continuamente di attacchi di panico" .

Sotto la pioggia di missili: "Siamo subito scappati nel rifugio con i bimbi. Vita di paura a Tel Aviv"

Il pisano Elio Bedarida ha 52 anni e da dieci vive in Israele con moglie e figli "Situazione pesante, soffro continuamente di attacchi di panico" .

I missili sopra la testa, mentre cerca con coraggio di far forza alla propria famiglia. Sono attimi di grande difficoltà per Elio Bedarida, classe 1972, nativo di Pontedera, tifoso del Pisa e figlio di livornesi, ma residente da 10 anni a Tel Aviv. Il cosmopolita toscano che ha trovato l’amore in Israele e si è stabilito in Medio Oriente, si racconta dopo l’attacco dei missili iraniani.

Bedarida, come state vivendo questo momento difficile?

"Ce lo aspettavamo in un certo senso, ma tutta la situazione si sta protraendo da troppo tempo ed è molto pesante per noi. Per me, ma anche a mia moglie Dorit e ai miei due figli di 11 e 8 anni".

Come state affrontando questa paura e come spiegate la situazione ai vostri figli?

"Ormai da aprile-maggio soffro continuamente di attacchi di panico, è una cosa che hanno tutti qui. I sintomi sono vari, c’è anche chi ricorre agli psicofarmaci, c’è stato un aumento di chi fa ricorso agli psicoterapeuti o agli psicologi che ora sono pieni di lavoro. Non dormiamo la notte, ci sentiamo stringere il collo, somatizziamo. Spiegarlo ai figli non è facile, ma siamo sempre stati onesti e fin da quando è stato possibile abbiamo spiegato loro la situazione alla quale ormai purtroppo sono abituati".

Cosa è successo durante l’attacco? Come vi siete protetti?

"Eravamo a casa e ci siamo chiusi subito nel rifugio con i bimbi. Ci era arrivato un messaggio dalla corrispondente israeliana della protezione civile che ci ha invitato a entrare nei rifugi. Qui a Tel Aviv tutti gli edifici, che siano privati o pubblici, sono dotati di rifugi antimissile. E’ così per legge".

Avete pensato di rientrare in Italia?

"Non abbiamo intenzione di cambiare troppo le nostre abitudini quotidiane, la normalità va salvaguardata. Però avevo dei biglietti per venire a Pisa per altri motivi, era tutto già programmato, e sarei venuto a vedere le prossime gare interne della squadra nerazzurra, mia squadra del cuore, ma hanno cancellato tutti i voli e non mi sarà possibile".

Vi sentite al sicuro nei rifugi?

"Bisogna distinguere due tipi di sicurezza. Quella quotidiana e quella nazionale. A livello generale non potremmo essere più al sicuro, l’Iron Dome ha debellato la maggior parte dei missili e non ci sono vittime, ma quotidianamente non è facile. Pensate all’attentato nel quartiere di Giaffa, a Tel Aviv, dove sette persone sono state uccise da uomini armati con un fucile automatico. Da lì passiamo spesso insieme con mia moglie dopo aver accompagnato i bambini a scuole. Se fossimo passati di lì saremmo potuti morire e i miei figli sarebbero orfani. Non è facile convivere con questa paura".

Adesso cosa vi aspettate?

"La guerra in Medio Oriente è, da tempo, la nuova normalità. Il governo ha dichiarato che ci sarà una risposta forte e inaspettata, noi continueremo ad andare avanti con le nostre vite, ma ringrazio tutti quelli che ci sono vicini in questo momento difficile".

Michele Bufalino