Pisa 25 ottobre 2016. Pisa, per chi cerca la droga, è come un grande outlet dai prezzi popolari: venditori numerosissimi, imbarazzo della scelta, affollatissimo nei weekend, prezzi anche molto economici per chi sa cercare e una qualità pessima nella maggior parte dei casi. Il declino di Pisa, in termini di spaccio, criminalità e degrado, sembra inarrestabile. Ormai non è più necessario chiedere al nonno i racconti di una Pisa che non esiste più per confrontare i tempi e studiare l’abbrutimento della città in un arco temporale che permetta di notarlo, basta chiedere ad un qualsiasi studente residente a Pisa da almeno cinque anni per avere una visione chiara del declino della città, che negli ultimi tempi è stato rapido ed estremamente visibile. Secondo una classifica del 2015 delle città più pericolose di Italia pubblicata sul Sole 24 Ore, Pisa risultava tredicesima su 106 comuni italiani. Noi de La Nazione abbiamo deciso di tuffarci in un giro tra i vicoli e le piazze della droga in città.
La base della piramide gerarchica del narcotraffico pisano è gigante: tutti spacciano e ovunque si può comprare. Partiamo dai Bagni di Nerone, dove facciamo qualche domanda al benzinaio fuori dalla Porta. «Tutta l’area verde adiacente alle mura è luogo di consumo». La mattina si trovano siringhe e il prato è «un bagno pubblico». Entriamo nel centro e ci spingiamo verso la Piazzetta Vallerini, davanti a piazza dei Cavalieri. L’odore di fumo ci colpisce le narici, tanto che ormai sembra impregnato nei pini. Uno spacciatore tenta l’approccio con un misterioso «Io conosco te, tu non conosci me», ringraziamo e tiriamo avanti fino a piazza Dante, dove nonostante l’alta presenza di studenti nelle ore del giorno, non è difficile trovare chi assume droghe pesanti.
Sembra quasi scontato parlare di Vettovaglie. Di notte, da un po’ di tempo, alle quattro entrate della piazza, stazionano spacciatori che non aspettano di essere cercati, ma propongono ai passanti una vasta gamma di droghe. Sono le 17 e assistiamo, del tutto inaspettatamente, allo stupendo rito di distribuzione delle sostanze ai pusher minori, in un angolo sotto il portico dietro la fontana. Continuiamo verso la stazione e passiamo dal Vicolo dell’Oro, dopo le logge dei Banchi. Il vicolo ci era stato segnalato come luogo di spaccio, ma non ci troviamo nessuno.
Pausa caffè? Tra le varie persone che intervistiamo lungo la via, ci soffermiamo a parlare con un ragazzo di vent’anni. Alla domanda, «quali sono i maggiori luoghi di spaccio della città?», il ragazzo risponde «Ogni luogo è buono per lo spaccio. Il controllo è talmente basso che a Pisa è possibile spacciare e consumare ovunque. Ormai è un lavoro come un altro. Poi a volte la polizia si mette in moto è becca il primo sfigato». E in effetti, a parte sporadiche retate, il crimine viaggia abbastanza indisturbato. Un altro ragazzo a cui abbiamo fatto qualche domanda si lamentava della diffusione del fenomeno tra i giovani e dell’ignoranza che ci sta dietro, «è incredibile la disinformazione, si sa per sentito dire».
E in effetti secondo uno studio di due anni fa dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e Espad Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs), condotto nel 2014, circa 54 mila studenti italiani delle scuole medie superiori, il 2,3% dei 15-19enni italiani, nel 2014 hanno assunto sostanze psicotrope senza sapere cosa fossero. Percorriamo tutto il Corso fino in piazza Vittorio Emanuele e osserviamo il via vai di gente e gli strani traffici tra i cespugli del pratino a fianco al murale di Keith Haring. Alla stazione il nostro giro finisce. Questo è il mondo della droga pisano e potremmo continuare ad elencare altri luoghi di spaccio come quello in via Quarantola in fondo ai binari della stazione, ma sarebbe inutile, tanto abbiamo abbondantemente capito che a Pisa si spaccia ovunque.