Pisa, 12 gennaio 2025 – “Sette miliardi di insetti killer dei pini in meno di due anni. L’alieno cocciniglia tartaruga, senza antagonisti, si riproduce a dismisura e l’ultima speranza è una coccinella caraibica suo antagonista naturale ma è pur sempre anch’essa una aliena. A marzo, se il ministero darà l’ok, la libereremo come arma biologica”. Lo dice Pio Roversi membro dell’Accademia dei Georgofili e direttore del Crea, istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante.
L’occasione è il convegno nazionale partecipatissimo voluto dal Parco di san Rossore, “La difesa del pino domestico dalla cocciniglia tartaruga” a cui hanno partecipato esperti nazionali dell’accademia dei Georgofili e del Crea, il consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria’, e i responsabili del Parco e del servizio fitosanitario regionale. Il direttore del Parco di San Rossore Riccardo Gaddi, dice: “I trattamenti fitosanitari fatti fino ad ora e cioè quelli con l’inoculazione di un insetticida anti-cocciniglia, funzionano un po’ come un vaccino e cioè il trattamento dura due anni circa. Ovviamente queste inoculazioni non possono essere fatte per le pinete estese e per i boschi del Parco, si procede così per salvaguardare i viali storici coi pini e per limitare il propagarsi della cocciniglia”. Roversi ci spiega questa ultima arma contro la cocciniglia e la speranza, è riposta tutta lì. “Si tratta di una coccinella caraibica. Abbiamo visto che là dove ce lei, la cocciniglia è sotto controllo o addirittura non c’è più. Ora però, il problema è che è essa stessa una specie aliena; per questo, è ancora in corso la fase di sperimentazione per vedere se questa coccinella è di aiuto nel debellare o contenere la cocciniglia ed al tempo stesso non è pericolosa per altre piante. A marzo o in primavera avremo la possibilità se tutto va bene ed il ministero ci darà l’oK di liberare la stessa ‘arma’ biologica”.
Il professor Amedei Alpi dell’Accademia dei Georgofili dice: “I nostri pini siano essi marittimi che domestici hanno conosciuto i pochi anni una fortissima aggressione basti ricordare il Matsococcus, l’attuale cocciniglia passando, e qualcuno se ne ricorderà, dal famigerato cimicione che fu un flagello per i pinoli. Ora la nostra speranza, quella di mantenere il paesaggio litoraneo e costiero della Toscana, è legato alle soluzioni degli entomologi più che dei botanici”. Insomma un insetto contro un altro insetto così va la natura sperando che sia dalla parte dei nostri pini. Lo stesso Alpi ricorda la preoccupazione di Lorenzo Bani presidente del Parco. “Lo incontrai tempo fa ed era seriamente preoccupato e ne aveva ragione”. “Dobbiamo fare la massima attenzione, è una minaccia per i pini, soprattutto quelli domestici che erano stati risparmiati dal Matsococcus – aveva detto Bani– dobbiamo proteggere le pinete, uno degli elementi caratteristici del Parco e del nostro territorio”. La cocciniglia tartaruga, nonostante il rassicurante nome è tutt’altro che lenta anzi corre veloce nell’uccidere i nostri pini.