"Spiagge e Bolkestein: la soluzione non può arrivare dai tribunali"

Le polemiche sulle concessioni marittime a Pisa coinvolgono 225 aziende e 2.500 addetti. Confcommercio chiede intervento politico per regolare il settore e garantire trasparenza e competitività, evitando danni al turismo e all'occupazione.

"Spiagge e Bolkestein: la soluzione non può arrivare dai tribunali"

"Spiagge e Bolkestein: la soluzione non può arrivare dai tribunali"

"Spesso arroccate su posizioni ideologiche, le diverse parti politiche non sono riuscite a sciogliere un nodo che, solo sulla costa pisana, riguarda circa 135 concessioni marittime, per una totale di 225 aziende che operano in questa settore tra stabilimenti balneari, attività di pubblico esercizio e aziende di parcheggio, occupando circa 2.500 addetti". Così il il direttore della Confcommercio, Federico Pieragnoli, recentemente nominato segretario generale operativo del Sindacato Italiano Balneari Confcommercio, torna a porre l’attenzione sul futuro delle spiagge legato alla direttiva Bolkestein che impone all’Italia di disciplinare il settore facendo partire al più presto le gare ad evidenza pubblica. "Si sono sommate negli anni - osserva Pieragnoli - pronunce giudiziarie inconciliabili tra loro che creano sempre più caos non solo tra gli imprenditori che temono di perdere la loro attività dopo anni di investimenti e sacrifici, ma anche tra gli amministratori locali, che non hanno un quadro normativo di riferimento per l’assegnazione o riassegnazione delle spiagge".

La Confcommercio ricorda, inoltre, che "la Corte di Giustizia Europea ha più volte criticato l’Italia per la mancanza di concorrenza e l’assegnazione automatica delle licenze balneari senza gare pubbliche, ma mentre la battaglia legale continua, la soluzione non può venire dai tribunali: è urgente che il Parlamento intervenga con una legge organica che tuteli gli interessi degli attuali concessionari, garantendo un sistema condiviso, trasparente e competitivo per il futuro delle coste italiane, senza distruggere un prezioso patrimonio nazionale che ha contribuito a rendere le spiagge italiane un’attrazione turistica di fama mondiale e tocca alla politica dimostrare lungimiranza e responsabilità, un approccio equilibrato che preveda criteri rigorosi e superi gli stalli e le logiche di breve termine perché il futuro di un settore che rappresenta una fetta significativa del Pil nazionale e dell’occupazione non può essere deciso dai tribunali". Del resto, osserva Pieragnoli, "il limbo giuridico che prosegue dall’emanazione della Bolkestein nel 2006, per assurdo ha bloccato anche l’ingresso di nuovi operatori sul mercato con regole certe e investimenti sostenibili nel tempo: dopo anni di battaglie legali e appelli, le imprese attendono finalmente una soluzione politica che riconosca il loro ruolo cruciale nel preservare e valorizzare le coste italiane come meta turistica di prim’ordine e un quadro normativo stabile consentirebbe finalmente di uscire dall’impasse e pianificare il futuro con maggiore certezza".