MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Stop al cibo spazzatura: dal campo alla classe

Dai campi ai banchi. In 70 classi della provincia di Pisa arrivano delle contadine-educatrici per mettere in guardia gli...

Dai campi ai banchi. In 70 classi della provincia di Pisa arrivano delle contadine-educatrici per mettere in guardia gli studenti sui rischi per la salute causati dai cibi spazzatura. Merendine, patatine, snack dolci, bevande gassate e ricche di zuccheri che si trovano nelle macchinette delle scuole sono infatti definiti "dei nemici del nostro benessere" e per questo Coldiretti Toscana ha deciso di intervenire con una battaglia ai dispenser carichi di "junk food". E le soldatesse che combatteranno a colpi di informazione questo scontro sono le imprenditrici di Donne Coldiretti, che in queste settimane stanno iniziando una vera e propria opera di sensibilizzazione per 1600 bambini pisani con delle lezioni in aula a supporto dei docenti e visite guidate nelle aziende agricole. "Il cibo spazzatura causa il sovrappeso di 1 bambino su 4: nessuna macchinetta di cibo all’interno delle scuole - è il commento di Michela Nieri, responsabile Donne Coldiretti Toscana -, secondo una recente rilevazione, propone yogurt, latte o merende a base di verdure. C’è ancora tanto lavoro da fare, molti studenti da convincere a cambiare alimentazione. Tutti insieme dobbiamo scardinare una pericolosa tendenza che sta minacciando la vita e la salute dei nostri figli e delle nostre famiglie". Oltre alle visite alle aziende agricole, dove gli alunni potranno toccare con mano la vita rurale e il ruolo delle terra, saranno fatte tantissime attività anche tra le mura scolastiche.

Il tutto per contrastare la cattiva alimentazione e promuoverne una genuina, variegata ed equilibrata partendo dalla stagionalità dei prodotti agricoli e dalla vita all’aria aperta. "Acquistare una merendina - continua Nieri - o uno snack dolce è una scelta e la nostra missione è far sì che siano i bambini a chiedere ai loro genitori di far colazione o merenda con cibi naturali, sani e genuini perché più buoni e sani delle merende confezionate". E la battaglia parte proprio dalle scuole, che secondo l’associazione di categoria "devono diventare parte attiva nella concreta diffusione della Dieta mediterranea, togliendo merendine e snack dai distributori. Così formeremo dei consumatori consapevoli per valorizzare i prodotti dell’agricoltura e contrastare il cibo spazzatura che mette a rischio la salute e fa aumentare l’obesità, ma anche il fenomeno dello spreco".

Mar.Fer.