Stop alle sospensioni a scuola : "Gli alunni rinascono nel sociale"

Al Matteotti e Santoni gli studenti sanzionati diventano volontari in associazioni che si occupano di disabilità

Stop alle sospensioni a scuola : "Gli alunni rinascono  nel sociale"

Salvatore Caruso, preside del Matteotti

di Antonia Casini

Così gli studenti capiscono e spesso cambiano prospettiva. Le vecchie sospensioni sono state sostituite in alcune scuole del territorio con attività alternative. "Già da 7-8 anni – spiega il preside dell’istituto Matteotti, il professor Salvatore Caruso – abbiamo stretto convenzioni con associazioni. Il primo accordo è stato fatto con la Caritas dove i nostri studenti vengono inviati per essere di supporto nel servizio mensa e alla Cittadella della solidarietà. Poi abbiamo esteso l’iniziativa ad altri enti, visto che i risultati sono molto positivi, gli stessi ragazzi frequentano volentieri. Abbiamo allargato i contatti con il ristorante del Quore, la Misericordia e stiamo facendo una convenzione con la Croce Rossa nel settore dell’inserimento e dell’inclusione". Se poi gli studenti abitano lontano dalle strutture accreditate, "e ci sono problemi di trasporto", prosegue il dirigente scolastico, "allora, dato che abbiamo 130 alunni con la legge 104, affidiamo i ragazzi al docente di sostegno per essere di supporto ai loro compagni con disabilità all’interno dell’istituto. Anche se non riscontriamo mai bullismo in questo senso, anzi, c’è sempre un atteggiamento di responsabilità e supporto".

"Insomma – commenta il professor Caruso – Non teniamo nessuno a casa. I nostri giovani devono per forza svolgere un’attività. Se c’è qualcuno poi che non si presenta senza un giustificato motivo la sanzione viene prolungata. Se riceviamo relazioni negative dai vertici dell’associazione, il ragazzo deve lavorare sulle tematiche del rispetto e deve continuare anche dopo la fine della sospensione alternativa". "Per noi la sanzione deve essere riabilitativa, servire allo studente a capire dove ha sbagliato e a vedere quali sono le difficoltà nella vita. A volte così si aprono gli occhi sulla povertà, i disagi forti e i ragazzi si rendono conto che molte stupidaggini non vanno fatte. In contesti simili, esce sempre fuori la sensibilità umana".

"Abbiamo percorsi attivati con il Cottolengo, Dinsi une man - Pisa odv e funzionano. Da inizio anno – spiega il professor Matteo Amaro che con i colleghi Gessica Sestito, Giacomo Giuntoli si occupano del sostegno e supporto agli studenti al Matteotti – già una decina di studenti ha intrapreso questo iter, una sessantina lo scorso anno scolastico". Le violazioni più diffuse? Quella al regolamento scolastico, l’uso improprio del cellulare, ritardi contini, o dinamiche sbagliate nella classe. Alcuni, dopo questa esperienza continuano".

Anche all’istituto Santoni, ci sono patti in corso con le associazioni l’Alba, Aipd e Caritas, come racconta il preside, professor Maurizio Berni. "Una frase mi ha colpito particolarmente, pronunciata da un ragazzo che ha fatto volontariato all’Alba che si occupa di disagio mentale. Rivolto agli ex pazienti che diventano operatori, ha detto: "Ci sono vite talvolta sospese qui e anche noi quando veniamo qui siamo sospesi".

Sono circa dieci ogni anno che provano la sospensione alternativa. "I ragazzi tornano cambiati, poi, perché questa esperienza possa incidere per davvero sulle loro vite, lo strumento deve essere rafforzato da altro. Ma è un elemento importante, ci aiuta tanto, fa cambiare prospettiva ai nostri giovani".

"Abbiamo poi sempre qualche ragazzo con una misura restrittiva e ci viene chiesta una relazione da presentare al giudice del Tribunale per i minori per capire se tutte le nostre attività scolastiche e l’ambiente in generale possano essere sufficienti e alternative a una pena che a volte può essere anche detentiva".