Stop carne, la Sant’Anna in prima linea

Legumi per fornire proteine: la sfida del gruppo di ricerca coordinato da Anna Camilla Moonen

Stop carne, la Sant’Anna in prima linea

Stop carne, la Sant’Anna in prima linea

In Italia così come nel resto d’Europa, c’è un problema di coltivazione e produzione delle leguminose, che nel nostro continente scarseggiano al punto tale da non essere autosufficienti. Per rimediare a questa carenza, un team di ricercatori, coordinato dalla professoressa Anna Camilla Moonen, docente di agronomia e coltivazione erbacee dell’Istituto di Scienze delle Piante dell’ateneo pisano, ha preso parte al progetto italo-europeo "Leg-Ita", il cui obiettivo è raccogliere dati per trovare un modo di risolvere il problema.

Professoressa, come pensate di risolvere la carenza di legumi?

"Cercando di capire quali siano le motivazioni che non permettono alle leguminose di avere stabilità di coltivazione. Per farlo, testeremo su vari tipi di terreno e avremo una casistica di cosa rende instabile il coltivare i legumi. Molto dipende dai fattori climatici, dalla fertilità del suolo, dalle piante infestanti, ma finché non abbiamo la certezza assoluta non possiamo trovare soluzioni".

Quanto inficia la mancanza di stabilità nella coltivazione?

"Molto. Non potendo dare garanzie economiche, scoraggia gli agricoltori dal coltivare i legumi creando carenza di prodotti locali in Italia e in Europa".

La carenza è molto impattante? "In Europa la superficie agricola impiegata per la coltivazione di leguminose da granella è minore del 5%. Questo rende l’Unione Europea a malapena autosufficiente per la produzione di proteine vegetali, tanto che siamo costretti a importare oltre l’80-85% dei legumi, soprattutto dai paesi asiatici. Sarebbe importante riuscire ad avere una produzione locale di leguminose, aiuterebbe molto sia a livello economico, della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica".

Come possono aiutare la transizione ecologica?

"Sia perché rendono più sostenibili i sistemi agricoli ma soprattutto perché sono alternativi alle proteine animali, quindi ridurrebbero gli allevamenti intensivi e il consumo di carne".

E inciderebbero in una dieta più sana.

"Assolutamente. L’Europa spinge molto per una dieta più sostenibile e le proteine vegetali, che si trovano in gran quantità nei legumi, sono di gran lunga preferibili a quelle animali. Ma va affrontato il tema di come consumare le leguminose, che richiedono preparazioni più lunghe e spesso hanno bucce poco digeribili, per questo si cercano soluzioni alternative come pasta o patatine fatte coi legumi".

Il nostro territorio può essere adatti al vostro studio?

"Noi stiamo sperimentando proprio sulla terra di Pisa i nostri legumi, poi l’obiettivo sarà creare una rete di agricoltori che si espanderà in Toscana, Umbria e Marche". Mario Ferrari