Non è la biografia di un sindaco che abbia governato Pisa negli ultimi anni. Non vi si parla di Fontanelli né di Filippeschi e neppure di Michele Conti o di personaggi del passato remoto. "Il sindaco", nuovo libro di Renzo Castelli – novità al Book Festival -, sebbene abbia un titolo che per alcuni protagonisti della politica cittadina potrebbe apparire attraente (o inquietante), è ‘solo’ un romanzo e, come precisa l’autore, ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite sarebbe puramente casuale. "Il sindaco" (Edizioni Ets, pagg 230, euro 19) è una storia in cui la politica rappresenta un fenomeno verso il quale, fin da bambino, il protagonista mostra grande curiosità Curiosità che inizia presto, dal referendum istituzionale del ‘46, e si sviluppa negli anni Settanta e Ottanta quando la sua scelta verso un partito lo porta prima alla carica di assessore, poi a fare il sindaco. I grandi eventi della storia e del costume di questo periodo si intrecciano con la storia personale, non priva di colpi di scena che aggiungono interesse e pathos. Sullo sfondo, molto di reale: i fatti della cronaca di quegli anni, i personaggi nazionali, i partiti politici. E molto di plausibile, riconoscibile anche in eventi che potrebbero essere accaduti nella città descritta nel romanzo, in tutto simile alla nostra. Questo libro, scritto durante il lock down, si lega al precedente uscito nel 2020 nel quale l’autore racconta gli anni Trenta a Pisa. Verrebbe da chiedersi quanto sia cambiata in mezzo secolo la città ma è un paragone improponibile poiché "Il sindaco" di Renzo Castelli non è il sindaco di Pisa...
Francesca Bianchi