REDAZIONE PISA

"Strumenti giuridici insufficienti da Pisa appello alle istituzioni Presto convegno in sua memoria"

La giudice Eleonora Polidori, presidente della Sezione civile del Tribunale di Pisa: "Cura paziente deve essere umana e dignitosa, ma non mettere in pericolo il medico. Non è giusto".

"Strumenti giuridici insufficienti da Pisa appello alle istituzioni Presto convegno in sua memoria"

Una professionista che aveva ritrovato, da adulta, ma soprattutto "una cara compagna negli anni del liceo classico". Eleonora Polidori, presidente della Sezione civile del Tribunale di Pisa esprime "tanta vicinanza" ai parenti e colleghi di Barbara Capovani. E non si tira indietro nel denunciare la mancanza di strumenti per affrontare alcune situazioni. "Nessuna parola è adatta a esprimere quel che sento come persona, come giudice e come presidente della Sezione civile. Il dolore è enorme. Non solo dolore ma anche profonda impotenza". "In questi anni abbiamo lavorato anche con Barbara e dobbiamo prendere atto che gli strumenti che abbiamo a disposizione a quanto pare non sempre sono sufficienti. Non sono stati sufficienti a proteggere Barbara, un medico validissimo. Che faceva il possibile. Il suo lavoro era efficace ma avrebbe dovuto essere anche tutelato dalle istituzione perché un medico non dovrebbe affrontare questo rischio. Quanto accaduto ha gettato su tutti noi un senso di ingiustizia. Aveva una grande sensibilità". Poi, parla di "emozioni forti che mi vengono dal profondo". Su tutto resta "una domanda. Cosa possiamo fare? E’ necessaria una risposta da dare ai suoi colleghi che dovranno andare avanti. La risposta ce l’ha data Barbara con il suo esempio di persona e di medico che con spirito costruttivo si è sempre presa cura del paziente. Circa un mese fa aveva pensato di organizzare un convegno sui modi possibili per affrontare l’aggressività di alcuni malati psichiatrici. Nella sua grande lungimiranza e sensibilità ha pensato di approfondire il tema nel modo più logico, discutendo con altri quali fossero gli strumenti giuridici migliori. Io ero stata contattata dall’ordine degli avvocati per dare il mio contributo. Ho riletto le email mandate da Barbara sulle difficoltà di eseguire i tso". Prosegue ancora: "Gli strumenti a disposizione per affrontare alcuni pazienti non sono sufficienti. Da questo convegno sarebbe stata sollevata la richiesta di nuovi strumenti con la possibilità di sensibilizzare le istituzioni". Poi invita a osservare il suo "esempio di grande volontà nel non arrendersi. Non fermiamoci. Questo convegno intitoliamolo alla sua memoria". E l’impegno "di organizzarlo quanto prima. Il Parlamento spesso approva le leggi che nascono dai lavori di dottrina. Sono sicura, conoscendola, che non avrebbe voluto tornare a prima della legge Basaglia perché era estremamente sensibile alla cura del paziente". Una doppia strada: "La centralità della persona, con la sua dignità ma anche la tutela del medico che la cura. Il paziente deve essere messo in condizione di non offendere".

Antonia Casini