Il padre di Francesco Pantaleo, il giovane studente marsalese, scomparso da Pisa sabato scorso e ancora un fantasma, ha consegnato agli inquirenti il cellulare (lasciato a casa ancora acceso) e il computer del giovane. L’analisi del traffico telefonico, le chat, le ultime navigazioni in rete, potrebbero fornire una pista per ritrovare il 23enne. Le ricerche sul campo sono impotenti: ieri è stata setacciata tutta una vasta area intorno a via Adige, dove Pantaleo divide una casa con altri studenti: cani molecolari, protezione civile, polizia di Stato, carabinieri, vigili del fuoco, hanno messo sotto la lente tutta la zona, via Pietrasantina e via Porta Nuova. Una traccia, si apprende, saebbe stata fiutata dai cani: porta nelle vicinanze della stazione Pisa-San Rossore. Francesco Pantaleo ha preso un treno? E per dove? Perché avrebbe dovuto allontanarsi senza dire alcunché ai coinquilini, e ancora di più ai familiari? Domande cariche di angoscia. Il giovane ha lasciato tutto a casa: il computer sul quale studiava, il portafogli, il telefonino, gli occhiali da vista. Circostanze inquietanti. "Non riusciamo a darci una spiegazione – dice il padre, Antonino –. E’ anche senza soldi. A casa ha lasciato anche il bancomat. Siamo disperati, non sappiamo cosa pensare. La nostra speranza è che venga ritrovato presto".
Le indagini sono coordinate dalla Squadra Mobile di Pisa, guidata da Fabrizio Valerio Nocita. L’ultimo contatto dei familiari con il giovane risale al pomeriggio di venerdì scorso. Una telefonata con la madre, a Marsala. Una telefonata come tante. "Francesco era tranquillo come sempre e noi non abbiamo percepito alcunché di sospetto – aggiunge il padre – Poi non abbiamo avuto più risposta. E ci siamo allarmati". Gli inquirenti hanno sentito anche i ragazzi che con Pantaleo dividono da due anni la casa di via Agide. "Sono ragazzi bravissimi – prosegue il signor Antonino –. Hanno sempre cercato di coinvolgere nostro figlio per uscire insieme, parlarci. Lui però non è un tipo di tante parole, è introverso, parla poco. Ma ripeto non ci ha mai dato ragione di sospettare di alcun disagio: in questi giorni inoltre stava aspettando l’esito di uno degli ultimi esami universitari ed era contento". Anche questo aspetto, come tutti gli elementi ritenuti utili, è oggetto di riscontro da parte degli inquirenti. "Che dire, di più – conclude il padre – se non ripetere che più il tempo passa e più abbiamo paura: vogliamo riabbracciarlo presto". Il tam tam per ritrovare Francesco e riportarlo alla sua famiglia, corre anche sui social.
Carlo Baroni