CARLO BARONI
Cronaca

Superbonus e lavori a metà: conto da 300mila euro

La rabbia di un condominio: "Gli interventi non sono stati completati e ma la ditta vuol essere pagata" .

Il condominio con i lavori lasciati a metà: la vicenda finisce ora in tribunale

Il condominio con i lavori lasciati a metà: la vicenda finisce ora in tribunale

L’ultima beffa, ci dice il proprietario di un appartamento "è un conto di 300mila euro che dobbiamo pagare per lavoro da eseguirsi". Eppure tutti erano convinti che il superbonus sarebbe stato la grande opportunità per le loro case. Invece la storia – secondo quanto ci viene esposto – è stata tutta un’altra, per un condominio nel Pisano. Infatti - da quanto abbiamo appreso – ora ci sono un ventina di querele. "L’avvocato Federica Felici - ci spiega il nostro lettore – delegato dai condomini, ha già depositato alla Procura della Repubblica le singole querele per i reati che andranno a desumersi nei confronti di tutti i responsabili che verranno individuati in questa vicenda".

Ma cos’è successo? "Per tutto il corso del rapporto contrattuale mi sono state offerte dalla società garanzie continue circa la conclusione dei lavori, la regolarità delle procedure seguite, il rispetto della normativa e dei tempi in essa previsti ma, ad oggi, mi trovo con un cantiere ancora aperto – ricostruisce uno dei condomini e lo espone anche in querela – con lavorazioni eseguite parzialmente e non a regola d’arte, e tutto ciò porterà necessariamente ad un ulteriore esborso economico a mio carico, sia per ripristinare l’immobile sia per agire in sede giudiziale per il risarcimento dei danni subiti, ciò in aggiunta a quanto già versato". Tanti soldi per ogni famiglia. E decine e decine di migliaia di euro tutti insieme.

Il timore, per questi cittadini, è di avere conseguenze che peseranno sulle tasche, oltre a non aver ricevuto i lavori attesi: "Le conseguenze negative per i proprietari sono diverse – aggiunge il cittadino –: le condizioni in cui è stato abbandonato il fabbricato, praticamente le pareti esterne senza intonaco; la probabile richiesta di ripetizione delle somme anticipate (cessione dei crediti) dall’Agenzia delle Entrate alla ditta direttamente ai condomini; il dover sborsare altre risorse finanziarie per ripristinare le facciate del fabbricato".

Tutto comincia nel 2022 quando il condomonio vole iniziare i lavori di riqualificazione dell’immobile dal punto di vista energetico ed edilizio – con le agevolazioni previste dal cosiddetto Superbonus – e venne individuata la ditta. I primi passi del cantiere avvennero un anno dopo, a novembre 2023. "I lavori di rifacimento della facciata iniziavano solo il successivo 8 marzo 2024". In aprile tutto si ferma. In mezzo solo rassicurazioni – dicono – che tutto si sarebbe sistemato. La sopresa, poi, da un controllo nel cassetto fiscale: "per me erano stati accettati credit per 22.960,00 euro e ceduti per circa 15.141 euro. Quindi l’azienda ha azionato i crediti relativi al mio contratto pur non avendo ultimato le relative opere nei tempi previsti".

C. B.